Canti gregoriani e musica classica nel vigneto della Tenuta Mara

Emer Sani

SAN CLEMENTE (Rimini) – Limitare al minimo l’intervento dell’uomo è una scelta di agricoltura biodinamica che alla Tenuta Mara di San Clemente (Rimini) hanno deciso di sposare integralmente. “Coltiviamo la vite in base al calendario lunare e a quello planetario, e al posto dei fertilizzanti trattiamo il terreno con preparati di origine vegetale e animale”. In sintesi, la filosofia della Tenuta è: “Non chiediamo alla terra più di quello che può darci”.

La storia della Tenuta Mara comincia nel 2000, quando Giordano Emendatori decide di concretizzare una sua grande passione, quella per il vino, dedicandosi alla progettazione e costruzione di un’azienda agricola intitolata a sua moglie Mara. I vigneti di Sangiovese si estendono per circa 12 ettari, su cui sono diffusi la musica di Mozart e i canti gregoriani. Si conta, inoltre, la presenza di numerosi uccelli che rivestono un ruolo fondamentale per preservare l’equilibrio biologico dell’ecosistema che sottende la pratica dell’agricoltura biodinamica. La loro nidificazione è un valido indicatore della salute e della biodiversità dell’habitat, per questo sono state posizionate 550 cassette nido per uccelli, 70 cassette rifugio per i pipistrelli e 5 pareti nido per gli insetti.

Per tutti negli ultimi anni stare in campo è sempre più difficile. “Per chi fa un lavoro agricolo è diventato molto complesso stare dietro al clima che cambia – spiega Leonardo Pironi, vigneron della Tenuta -, da quanto ci passa sopra la testa arrivano le problematiche più grosse. Le piante, però, hanno sempre dominato il mondo, sanno come adeguarsi ai cambiamenti”. E la biodinamica sotto questo aspetto rappresenta un vantaggio. “È una tecnica che lavora naturalmente sul terreno rendendolo vitale e permette che le piante abbiano maggiori strumenti per adeguarsi ai cambiamenti. Una pianta concimata, invece, fa più fatica a rispondere alle variazioni. Noi – prosegue Pironi – non usiamo concimi, ma questo ci richiede molta più manodopera. La proprietà ha aperto la cantina non per business, ma per creare un luogo emozionale, vuole lasciare un posto migliore di come è stato trovato”. Il ciclo naturale è rispettato anche in cantina. “Trasformiamo l’uva in vino senza utilizzare nessun additivo, e quelli a disposizione sarebbero davvero tanti. In cantina le problematiche vanno di pari passo con i problemi esterni: le stagioni partono prima, agosto di solito è rovente e settembre ancora caldo. Per fare vino solo con uva, senza aggiungere sostanze, ci vuole un enorme e certosino lavoro nella fase di raccolta dell’uva”. Fatto il vino poi, “i problemi arrivano anche quando lo si deve vendere, i produttori sono tantissimi; noi italiani, poi ci sono i francesi e gli spagnoli”. La promozione è fondamentale. “La comunicazione e il marketing hanno una valenza importante nella vendita del vino. Se, ad esempio, un ristoratore che cerca un vino per i suoi clienti, fa un giro in fiera, se si è presenti bene, altrimenti ce ne sono tanti altri. Per questo motivo i nostri investimenti attualmente sono concentrati sulla commercializzazione e promozione dei prodotti. La nostra commercializzazione – conclude Pironi – si divide tra mercato italiano e mercato estero, nord Europa, America, Oriente in particolare Cina, Hong Kong, Giappone. Il vino italiano è molto considerato, poi le certificazioni biologiche e biodinamiche sono molto apprezzate, soprattutto in Germania e Danimarca”. 

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