La pandemia condiziona il commercio mondiale di vino: per il 2020 l’Italia chiuderà il proprio export con un -4,6% a valore sul 2019 anche se con effetti complessivamente più leggeri rispetto al trend globale (-10,5%) e ancora di più sul principale player del settore, la Francia, costretta a rinunciare al 17,9% delle proprie esportazioni, secondo l’analisi dell’osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor “Focus mercati – consumi e previsioni import 2020” presentata a Wine2wine di Veronafiere, informa un comunicato.
A Wine2wine l’osservatorio ha presentato anche due indagini, dalle quale risulta che solo un’azienda vitivinicola italiana su 10 aumenterà il proprio business nel 2020, mentre per oltre 7 su 10 le vendite totali vireranno in negativo.
Il mondo italiano del vino però dimostra anche di guardare oltre l’anno nero 2020 e cambia fisionomia di marketing, pensando a strumenti crossmediali per l’engagement on e off-line, come ad esempio wine club fondati sull’economia delle relazioni, pensati per condividere enopassioni e inviare ai soci prodotti ad personam, piattaforme proprietarie di e-commerce, potenziamento dei servizi di delivery, vendite multicanale.