“Case famiglia”: Forlì-Cesena chiede qualificazione e regole più stringenti per l’autorizzazione al funzionamento

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Il Cupla provinciale di Forlì-Cesena (Comitato unitario pensionati lavoro autonomo, del quale fa parte anche Anp – Cia Romagna), ritiene necessario un percorso di qualificazione dei servizi privati delle “Case Famiglia”, affinché non si determinino situazioni irregolari o di vera e propria illegalità.

Ciò non toglie l’importanza di queste strutture per una società che ha visto nel tempo aumentare costantemente l’aspettativa di vita, ridursi la dimensione dei nuclei familiari e, con essa, la capacità delle famiglie di accudire con continuità le persone anziane. Devono essere rafforzati gli elementi di prevenzione attraverso regole più stringenti per l’autorizzazione al funzionamento (oggi non esiste un’autorizzazione preventiva e una legislazione ad hoc). Assieme all’innalzamento della qualità e delle professionalità, al coinvolgimento degli attori sociali, si dovrà concorrere ad attuare forme più adeguate di controllo previste per Legge.

Nella catena dei controlli oltre agli enti istituzionali preposti, un ruolo molto importante per la loro indiscussa professionalità, possono sicuramente averlo anche i medici di base che hanno in carico i pazienti ospitati in Case Famiglia.

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