Aceto balsamico di Modena Igp bio piace anche al mercato asiatico

Erika Angelini
BOLOGNA – Hanno iniziato producendo succo d’uva all’ingrosso e mosti cotti destinati ad altre acetaie e poi hanno scelto di produrre il loro aceto balsamico rigorosamente biologico, proprio nella “culla” di produzione nel modenese. L’azienda “Casa Balsarena” che Morena Pramarzoni conduce insieme al marito e alle figlie, prosegue una tradizione di famiglia, che va indietro di diverse generazioni fino al 1875, e punta però a un prodotto adatto alle richieste attuali di mercato, anche estero.
“Abbiamo iniziato nel 2008 – spiega Morena Pramanzoni – con 7 ettari di Trebbiano e nel corso degli anni abbiamo ampliato l’azienda con altri 7 ettari coltivati a Lambrusco, attualmente ne coltiviamo 15 con 45.000 viti a spalliera. Tutta la superficie aziendale è destinata all’aceto balsamico di Modena Igp biologico, invecchiato per il tempo minimo di un anno fino a tre anni in botticelle piccole di rovere, che gli fanno acquisire una consistenza molto corposa e un gusto profumato. Produciamo anche succo di uva di Lambrusco Florindo, crema di aceto balsamico e la saba, un liquore della tradizione emiliana, tutto con le nostre materie prime perché vogliamo avere il massimo controllo sulla qualità del nostro aceto e dei prodotti derivati.
La nostra azienda è, inoltre, a “ciclo chiuso” perché siamo autonomi da un punto di vista energetico, utilizziamo metodi biodinamici come il sovescio per apportare azoto ai terreni e abbiamo delle vasche di decantazione dove laviamo i nostri mezzi meccanici, per avere un impatto positivo sull’ambiente, visto che la vocazione è biologica sin dall’inizio e pensiamo che la salvaguardia del nostro territorio e la tutela delle future generazioni sia davvero essenziale, a partire proprio dalla scelta delle modalità di coltivazione.
A livello commerciale ci sono state un po’ di difficoltà negli ultimi anni, un po’ perché l’offerta di aceto balsamico sul mercato si è ampliata e poi per lo stop all’export causato dai due anni di pandemia. Attualmente commercializziamo in Italia, sia on-line che in negozi specializzati, escludendo la Grande Distribuzione perché abbiamo fatto qualche tentativo, ma pensiamo non sia ancora in grado di valorizzare aceti balsamici biologici di qualità. C’è, invece – conclude Pramanzoni -, molta richiesta all’estero, in particolare da parte di Francia, Belgio, Germania e abbiamo avuto anche contatti decisamente promettenti con i paesi asiatici che sembrano apprezzare molto la qualità dei nostri prodotti. Si tratta di uno sbocco commerciale che stiamo esplorando e che crediamo potrà dare ancora più soddisfazioni in futuro”.