Maggio 2016
Corrado Fusai
Può riguardare solo i dipendenti a tempo indeterminato e a full-time, anche agricoli.
Prevista dall’ultima legge di stabilità, la disciplina del part-time agevolato prima della pensione può prendere il via, dopo l’emanazione del decreto applicativo.
In pratica si tratta di un accordo, tra lavoratore e datore di lavoro, per trasformare il rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale con riduzione dell’orario di lavoro in misura compresa tra il 40 ed il 60%, fino al conseguimento della pensione.
In questo periodo il lavoratore, oltre a ricevere la retribuzione ordinaria (ovviamente commisurata al nuovo orario di lavoro), riceverà una somma pari ai contributi pensionistici che il datore di lavoro, in ragione della riduzione dell’orario, non deve più versare all’Inps.
Questa somma, che viene erogata dal datore di lavoro, è omnicomprensiva, non concorre alla formazione del reddito da lavoro dipendente e non è assoggettata ad alcuna forma di contribuzione previdenziale.
Inoltre, in questo periodo al lavoratore viene riconosciuta la contribuzione figurativa.
Al momento di calcolare la pensione, verranno effettuati due calcoli, neutralizzando, se penalizzanti, le retribuzioni del periodo di part-time e si sceglierà il trattamento più favorevole.
In pratica, a fronte della riduzione dell’orario di lavoro, il lavoratore vede ridursi la retribuzione effettiva, ma in realtà percepisce un importo complessivo netto superiore, almeno in proporzione, e non avrà penalizzazioni sull’importo della pensione.
Le condizioni di accesso
A questa agevolazione possono accedere solo i lavoratori in possesso dei seguenti requisiti: a) devono essere dipendenti nel settore privato, anche agricolo; b) devono avere un contratto di lavoro a tempo pieno e indeterminato; c) devono possedere, alla data della trasformazione del rapporto di lavoro, almeno 20 anni di contributi; d) devono maturare l’età pensionabile di vecchiaia entro il 31 dicembre 2018.
Per quanto riguarda l’ultimo requisito, quello relativo all’età pensionabile, occorre tenere presente la tabella:
ANNO ETÀ DONNE ETÀ UOMINI
2016 65 anni e 7 mesi 66 anni e 7 mesi
2017 65 anni e 7 mesi 66 anni e 7 mesi
2018 66 anni e 7 mesi 66 anni e 7 mesi
Quindi, si tratta degli uomini che al mese di aprile 2016 hanno un’età non inferiore a 63 anni e 11 mesi. Lo stesso dicasi per le donne, per le quali però occorre tener conto di altre agevolazioni già previste dalla legge, che dovrebbero consentire loro di andare in pensione prima.
La procedura
È previsto che l’accordo tra lavoratore e datore di lavoro diventi effettivo solo dopo una certificazione da parte di Inps e della Direzione Territoriale del lavoro: è comunque Inps che decide sulla domanda, anche tenendo conto delle risorse disponibili (60 milioni di euro per il 2016, 120 per il 2017 e 60 per il 2018).
Chi è interessato può rivolgersi agli uffici del Patronato Inac.