Annata agraria e alluvione: due grandi incertezze

Stefano Francia, Presidente Cia Emilia Romagna
Generalizzare su argomenti di natura tecnico – agricola non è mai corretto, ma con l’autunno alle porte e gli indicatori ora disponibili sull’annata è verosimile affermare che il quadro produttivo in corso è molto deludente. I fattori sono molteplici, lo abbiamo più volte rimarcato, e il dramma dell’alluvione è solo una parte delle cause che hanno determinato il crollo produttivo del comparto ortofrutticolo.
Tempi duri per il sementiero ed anche nel ‘vigneto Emilia Romagna’ regna l’incertezza: in regione ci sono situazioni difformi, per quantità e qualità, dovute a numerosi fattori ormai noti: gelate, grandine, e flavescenza dorata, il batterio che è diventato quasi un denominatore comune nelle superfici vitate. Una stima, seppur approssimativa, evidenzia un calo produttivo, a seconda dei territori, che va dal 5 al 10%. C’è ancora possibilità di recupero, a detta dei tecnici, e la speranza è che le precipitazioni di fine agosto possano migliorare le performance di vigneti.
In questo clima incombe l’incertezza delle risorse che servono per risarcire i danni dell’alluvione in Romagna, e non solo. Nel recente incontro di fine agosto di istituzioni e professionali con il Commissario Francesco Paolo Figliuolo, più che di importi e tempistica di quando ci sarà la copertura finanziaria, si è parlato di metodo per quantificare i danni.
Su questo tasto il Commissario ha condiviso la necessità di ‘lavorare assieme’ per produrre una modulistica necessaria alle imprese per l’elencazione dei danni.
Insomma, ci auguriamo che una volta definiti i danni, peraltro già noti, si arrivi con velocità allo sblocco delle risorse altrimenti l’agricoltura regionale, già in difficoltà a causa dal meteo avverso, rischia di non ripartire, con danni a imprese e all’indotto.
Anche in zootecnia le cose non filano liscio: i focolai di peste suina sono al centro dell’attenzione di Cia che ha partecipato ad una riunione urgente sulla situazione Psa tenutasi al Ministero della Difesa, con i ministri Guido Crosetto e Francesco Lollobrigida e il commissario straordinario per la peste suina, Vincenzo Caputo.
In quella sede Cia ha chiesto che siano messi subito in campo tutti gli strumenti a disposizione per far fronte a questa emergenza.
Bisogna procedere immediatamente con abbattimenti organizzati e sistematici sul territorio per ridurre la pressione dei cinghiali, come previsto dal Piano straordinario, e mettere in sicurezza le aziende suinicole, soprattutto nelle zone vocate più a rischio, garantendo risorse e sostegni al comparto.