Stefano Francia, Presidente Cia Emilia Romagna
Gelate, piogge e alluvione hanno compromesso in maniera generalizzata le produzioni ortofrutticole: si stimano riduzioni di rese importanti, dal 60% al 90%, con parametri commerciali stimati sotto la media e con conseguente pesante deprezzamento della produzione.
Questa situazione testimonia la necessità urgente di intervenire attivando misure straordinarie a garanzia di un comparto strategico per la nostra regione e per il Paese. Dopo la nomina del Commissario per la ricostruzione, Francesco Paolo Figliuolo, che dovrà gestire il Fondo per i territori colpiti dall’alluvione, si deve ora procedere velocemente all’assegnazione delle risorse, con il coinvolgimento della Regione Emilia Romagna. Vanno snelliti gli interventi di ricostruzione pubblica e privata, il ripristino e la riparazione delle criticità più urgenti in stretto contatto con la Regione Emilia Romagna che, nel frattempo, ha stanziato 20 milioni di euro attraverso il piano di Sviluppo rurale.
Un passo importante che apprezziamo, ma che se non è supportato dal governo centrale risulta decisamente insufficiente rispetto ai miliardi di danni che l’alluvione ha arrecato. Una Cabina di coordinamento vigilerà sulla ricostruzione e svolgerà anche un ruolo di monitoraggio dell’avanzamento dei lavori.
Per questo auspichiamo uno spirito di collaborazione affinché le risorse vengano al più presto impegnate per la ricostruzione, oltre che per andare ad indennizzare le migliaia di aziende colpite.
Per tale motivo è indispensabile prevedere nella delimitazione dell’area colpita dagli eventi primaverili l’attivazione del decreto legislativo 102/04 a parziale compensazione dei danni subiti.
Poi, serve una proroga delle rate di credito agrario di esercizio e di miglioramento, attuando le medesime procedure già sperimentate nel corso dell’emergenza Covid.
Non di meno vanno destinate risorse per finanziare la “cambiale agraria” Ismea per assicurare liquidità alle imprese agricole colpite da gelo ed alluvioni, anche attraverso il coinvolgimento dei Confidi regionali. Occorre inoltre finanziare, attraverso le risorse della programmazione comunitaria, tutti gli strumenti di difesa attiva indispensabili per prevenire i disastrosi effetti del gelo. Riguardo i frutteti deve essere consentito, utilizzando le risorse Ocm ed i piani operativi, la conversione varietale degli impianti che sia siano dimostrati improduttivi. Il tutto in un’ottica di riorganizzazione della filiera, garantendo ai produttori la necessaria remunerazione del lavoro e terminare l’iter per la definizione di un catasto ortofrutticolo nazionale. La Cia su questi temi sta coinvolgendo e sensibilizzando le istituzioni, anche locali, programmando incontri nelle sedi preposte.
È evidente che a causa di numerosi ‘flagelli’ che si sono abbattuti sul comparto ortofrutticolo l’assenza di interventi tempestivi rischia di determinare una rapida e profonda riorganizzazione del comparto con estirpi e cessazione di attività che purtroppo si susseguono da anni senza sosta. Un’ulteriore nota dolente è che a pagare maggiormente questi disagi sono i soggetti più fragili, piccole e medie imprese, giovani agricoltori ed agricoltrici che più di altri rischiano di cessare anzitempo la propria attività.