Appennino nella Riserva della biosfera Unesco

Settembre 2015
LIGONCHIO (Reggio Emilia) – Martedì 9 giugno scorso il delta del Po e l’Appennino toscoemiliano sono diventati Riserva della biosfera dell’Unesco. Il riconoscimento ufficiale è arrivato a Parigi, dove si è riunito il comitato internazionale di coordinamento del Programma Mab (Man and the biosphere) dell’Unesco.
Le riserve sono aree di ecosistemi terrestri, costieri e marini in cui si accosta la conservazione dell’ecosistema e la sua biodiversità con l’utilizzo sostenibile delle risorse naturali a beneficio delle comunità locali.
I progetti che vengono realizzati per la gestione della riserva possono beneficiare di contributi europei e spaziano dalle attività di ricerca e conservazione a quelle di sviluppo e promozione.
L’area Mab Unesco dell’Appennino tosco emiliano ha una superficie di 223mila e 229 ettari. Interessa 38 comuni nelle province di Reggio Emilia, Parma, Modena, Massa Carrara e Lucca, 16 dei quali fanno parte del parco nazionale dell’Appennino tosco emiliano (la superficie della riserva interessa un’area dieci volte più ampia di quella del Parco).
Sorge tra i passi della Cisa e delle Forbici, dove i crinali boscosi che separano la Toscana dall’Emilia lasciano il posto a un ambiente di vera montagna.
Le vette dell’Alpe di Succiso, del Monte Prado e del Monte Cusna superano i duemila metri, le foreste lasciano il posto alle rocce, ai laghi e alle praterie d’alta quota. Più in basso, sul versante emiliano, c’è l’inconfondibile Pietra di Bismantova che domina il paesaggio con le sue pareti verticali.
Vanta una straordinaria ricchezza di ambienti: dalle praterie alle brughiere a mirtillo alle vette più impervie; e ancora laghi, cascate, torrenti, pareti rocciose; animali come il lupo, il muflone, il capriolo, l’aquila reale e rarità botaniche che fanno di intere zone veri e propri giardini botanici naturali. Il valore turistico di quest’area naturale punta anche su prodotti e servizi di qualità, eccellenti strutture per le attività sportive e il relax.
Poi ci sono i prodotti tipici dell’agricoltura, ma speriamo che non vengano per ultimi, e che venga tenuto nella giusta considerazione il ruolo dell’agricoltore come guardiano e ‘gestore’ del territorio, un ruolo insostituibile.