Asino Romagnolo utile per la pet therapy

IMOLA – “Una ventina di anni fa – racconta Alberto Minardi, presidente di Asirara, Associazione italiana allevatori di razza Asino Romagnolo – non si sapeva nemmeno se l’Asino Romagnolo esistesse ancora o se fosse solo la romantica reminiscenza di qualche cultore un po’ stravagante di tradizioni di una volta.
Grazie a una sinergia che ha visto lavorare insieme la Regione Emilia Romagna e l’associazione provinciale e regionale degli allevatori, oggi questa razza è ai vertici, quanto a interesse mediatico, tra le otto riconosciute in tutta Italia. I numeri, poi, la vedono anche in forte espansione zootecnica”.
Uno sviluppo considerevole dell’allevamento di Asini Romagnoli è avvenuto anche grazie alla spinta dell’Asirara che è stata fondata nell’aprile del 2011 da parte di 32 allevatori.
“È un merito che l’Associazione raccoglie con piacere – continua Minardi – perché è un animale che ricorda, non solo un lavoro ed un contesto passato, ma che dimostra, ancora oggi, di saper sostenere una relazione importante con l’uomo.
È un animale intelligente, sensibile, empatico capace di interagire con l’essere umano, tant’è che nelle Linee guida degli Interventi assistiti con animali, pubblicate dal ministero della Salute, l’asino è stato inserito nell’elenco insieme al cavallo, al cane, al gatto e al coniglio, indicandolo come particolarmente adatto al recupero psico-emotivo delle persone affette da specifici deficit. Importante, poi, la produzione del suo latte, prodotto alimentare antiallergico per l’infanzia e l’età senile, e componente di prodotti del settore della cosmesi”.
L’ammontare della popolazione ad oggi è di oltre 1000 capi, tutti con regolare passaporto e microchip.
Gli allevamenti in Emilia Romagna sono circa 60.