Cereali, in calo la produzione di frumento e per il mais è un tracollo

Alessandra Giovannini
DALLA REDAZIONE – “Ci preoccupiamo tanto del grano ma dobbiamo pensare soprattutto ai prossimi raccolti che ci attendono”. Marco Bergami, vice presidente Cia Emilia Centro e cerealicoltore che segue 100 ettari di terreno, di cui 45 a cereali nell’azienda a San Pietro in Casale in provincia di Bologna, è soddisfatto del presente, ma pensa all’immediato futuro.
“Il primo taglio dell’anno che stiamo terminando di raccogliere in questi giorni di fine giugno – dice Bergami – è andato discretamente, con un -15% che, per i cereali in generale, è una media storica dei nostri territori. Di orzo ne è stato raccolto 6/7 tonnellate per ettaro, di grano tenero, sempre circa 6/7 tonnellate, di grano duro 5/6 tonnellate per ettaro. Il prodotto è sano, la qualità è, complessivamente, buona”.
I problemi sono sempre legati al cambiamento climatico, alla siccità e alle ondate di calore di maggio e giugno. “Tutti elementi – aggiunge Bergami – che hanno accelerato la maturazione e la spiga, in questo modo, non ha avuto il tempo di riempirsi. Di conseguenza, calo del peso specifico e aumento delle proteine”.
Fino ad ora buoni risultati. “Confermati – aggiunge Bergami – dalla Progeo che segue i territori della provincia di Imola, Bologna, Modena, Reggio Emilia, ma dobbiamo pensare soprattutto ai prossimi raccolti che ci attendono. Se la situazione non cambierà ci sarà ancora carenza idrica e alte temperature che non ci aiuteranno”. Intanto, parliamo di prezzi. “Ci auguriamo – conclude Bergami – che rimangano quelli attuali e che non subentrino speculazioni a causa degli aumenti che, comunque, gli agricoltori hanno già ampiamente sostenuto”.
Va peggio per il mais, assediato da circostanze negative. “Per quanto riguarda questo cereale siamo dinnanzi alla tempesta perfetta – afferma Valeria Villani dell’azienda agricola Carlini e vicepresidente di Cia Reggio, 450 ettari di cereali nella Bassa reggiana -, i costi sono più che raddoppiati, per non dire triplicati, e se l’andamento climatico sarà come quello del 2003 avremo un calo di produzione del 70%. Per quanto riguarda il frumento, la siccità che dura da mesi ha creato problemi durante l’accestimento che hanno causato un calo di produzione del 20%. L’aumento vertiginoso del costo dei fertilizzanti ha poi spinto molti agricoltori a non utilizzarli: questo causerà un calo di produzione e di qualità”.