Patata di Bologna Dop: benino la campagna, pur nella siccità

patata Dop

BOLOGNA – Entra nel vivo la campagna pataticola, con un avvio in salita per quel che riguarda la produzione di novelle nel Mezzogiorno, in ritardo vegetativo a causa delle semine rallentate da maltempo e abbassamenti di temperatura ad inizio stagione che hanno frenato la maturazione.

Nessun problema per quanto riguarda la Patata di Bologna Dop (la prima in Italia ad avere ottenuto la certificazione di Denominazione di Origine Protetta) anche dal punto di vista commerciale, che evidenzia un andamento positivo. Prodotta e confezionata esclusivamente nella provincia di Bologna, al 31 maggio scorso sono state 12.299 le tonnellate di prodotto Dop commercializzate pari a un +8,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. “È un risultato che ci soddisfa, destinato a migliorare ancora – spiega Davide Martelli, presidente del Consorzio di Tutela Patata di Bologna Dop –. Più in generale, quello che ci conforta è la conferma di una tendenza in atto che vede i consumatori sempre più informati e orientati verso prodotti certificati a marchio di origine, quale garanzia di qualità. La Patata di Bologna Dop nell’unica ed esclusiva varietà Primura, va in questa direzione, per il suo stretto legame con il territorio bolognese che la rende unica nel panorama nazionale”.

Martelli nei giorni scorsi ha visto la riconferma alla presidenza del Consorzio di Tutela Patata di Bologna Dop, insieme al vicepresidente Riccardo Carafoli. “Il problema della siccità c’è e ci sta creando non pochi problemi – prosegue Martelli -. Lo scorso anno lo avevamo avvertito nella sua precocità, in questa stagione a parte qualche sporadica precipitazione in giugno l’assenza di piogge ci sta creando problemi sulla produzione con ripercussioni sulla pezzatura del prodotto. Le alte temperature raggiunte infatti finiscono per limitare la produttività della pianta a causa dello stress su di essa”.

Sulla qualità del prodotto 2022 non si sbilancia, dal momento che la raccolta inizierà verso la fine di giugno. “Per quanto riguarda il raccolto, sul piano agronomico è presto per tirare delle conclusioni – precisa – dal momento che la raccolta è appena iniziata in questi giorni. La nostra preoccupazione è che la siccità incida sui calibri del prodotto”.

Massimo Cristiani, presidente appena riconfermato del Consorzio patata italiana di qualità che detiene il marchio Selenella (le cui superfici ammontano a 1.000 ettari in Emilia Romagna e circa 300 tra Sicilia, Sardegna e Lazio per una produzione complessiva di oltre 500 mila quintali), esprime soddisfazione per la campagna commerciale della patata al selenio. “Sono tre anni che l’andamento commerciale ci dà soddisfazione – dice – anche se l’inizio di annata dal punto di vista produttivo sta penalizzando le novelle al sud. Il prodotto è arrivato in ritardo ed ha creato accumuli, innescando tensioni sui mercati che hanno spinto in basso i prezzi”.

Cristiani tuttavia auspica un rapido recupero ed in una normalizzazione dele trattative. “Per la campagna nel bolognese ci aspettiamo, per Selenella, caratteristiche nella norma, anche se il caldo di maggio ha messo in difficoltà i produttori che sono dovuti ricorrere a frequenti irrigazioni – precisa Cristiani – . Anche in questo caso gli agricoltori hanno superato brillantemente il momento difficile, nonostante l’impennata dei costi produttivi. Aumenti – chiosa Cristiani – che devono essere ripartititi sull’intera filiera in maniera equa e che non possono gravare solo sui coltivatori”.

Area di coltivazione della Primura

L’area di coltivazione della Primura, unica varietà della Patata di Bologna DOP, è principalmente tra i due fiumi Sillaro e Reno all’interno di una determinata zona che comprende i Comuni di: Budrio, Castenaso, Ozzano dell’Emila, San Lazzaro di Savena, Castel San Pietro Terme, Castel Guelfo di Bologna, Medicina, Molinella-

Superfici Selenella

Le superfici investite a Selenella ammontano a 1000 ettari in Emilia Romagna e circa 300 tra Sicilia, Sardegna e Lazio per una produzione complessiva di oltre 500 mila quintali.
E sulla qualità del prodotto 2022, non si sbilancia dal momento che la raccolta inizierà verso la fine di giugno. “Per quanto riguarda la qualità del prodotto, sul piano agronomico è presto per tirare delle conclusioni, dal momento che la raccolta è iniziata in questi giorni, e quindi siamo solo all’inizio. La nostra preoccupazione è che la siccità incida sui calibri del prodotto”.

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