Cervi e mercato del Parmigiano: “Il Consorzio dispone di un buon budget e i margini per intervenire ci sono”

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Luca Soliani

Flette il prezzo del formaggio stagionato 12 mesi

REGGIO EMILIA – “Luci ma anche diverse ombre sul Parmigiano Reggiano al tempo del Coronavirus”. Parole di Antenore Cervi, presidente Cia Reggio, che delinea il quadro della complessa situazione.
“In questo momento i consumi sono legati per lo più alla grande distribuzione – entra nel dettaglio – dove è in difficoltà il latte fresco, mentre va bene quello a lunga conservazione. Bene le vendite del Parmigiano Reggiano”.

Le ragioni sono evidenti: “I cittadini che vanno a fare la spesa hanno l’obiettivo di rimanere tra gli scaffali il minor tempo possibile e riempire il carrello per non tornarci frequentemente. Lo scontrino medio così aumenta notevolmente e cambia anche la tipologia degli acquisti alimentari. Come detto, soprattutto per quello che riguarda il settore ‘latte e formaggi’”.

L’emergenza Coronavirus ha fatto perdere per diverse settimane le vendite del Parmigiano Reggiano nella categoria Horeca (Hotel, ristoranti e bar), “ma il calo non è stato eccessivo, come ci si poteva invece immaginare – rivela Cervi -. La ragione? Forse le vendite erano sovrastimate, e c’era chi diceva di usare il ‘Re dei formaggi’ nei piatti ma non era davvero così”.

Una cosa è certa: nei supermercati e negozi, il Parmigiano Reggiano “è molto ricercato dai consumatori, sia grattugiato che porzionato. Le ragioni solo molteplici. Innanzitutto è un formaggio di ottima qualità e con caratteristiche nutritive eccellenti. È poi un prodotto a lunga stagionatura e questo risponde alle esigenze degli italiani di mettere in dispensa alimenti che non scadono dopo poco tempo. Infine, è impacchettato ermeticamente e dà totali garanzie di sicurezza”.

Non mancano però i problemi sul presente e il futuro prossimo. Incombe, ad esempio, il calo del turismo “che farà mancare una quota importante di vendite nei prossimi mesi – prosegue il presidente Cia Reggio -. E preoccupa fortemente anche l’export, da due punti di vista. Il primo è che i ristoranti avevano una parte fondamentale rispetto alla grande distribuzione: è prevedibile che a causa della pandemia mondiale ogni Paese preferirà ‘produzioni locali’ rispetto alle importazioni. In secondo luogo, ritengo sia fondamentale sorvegliare attentamente sulla possibile proliferazione dei falsi e sul rispetto degli accordi internazionali”. La situazione derivante dalla ‘questione Coronavirus’ si inserisce comunque in un contesto particolare: “Negli ultimi quattro mesi sono aumentati i consumi e nel 2019 è complessivamente cresciuto l’export (+4,5%), anche se al momento non è disponibile il dato disaggregato con il Grana Padano. Il prezzo medio nella grande distribuzione è calato di qualche decimo di euro. Ma non possiamo non rimarcare un preoccupante calo del 30% delle quotazioni del ‘12 mesi’ venduto all’ingrosso.

Questo ha portato il prezzo intorno agli 8 euro, una cifra vicina al limite della copertura dei prezzi di produzione. I produttori sono molto preoccupati: hanno investito molto per migliorare il benessere animale, la sicurezza alimentare e lavorativa, l’utilizzo di tecniche innovative. E ora temono di mettere a rischio ingenti somme”. Il Consorzio ora ha finalmente “messo in campo misure più restrittive per rendere più efficace il fondamentale strumento dei piani produttivi, dopo che però negli anni scorsi ha aperto a importanti aumenti della produzione che è passata dalle 3 milioni e 300mila forme del 2015 alle 3 milioni e 750 mila del 2019. E questo è sicuramente il problema”.

In conclusione, Cervi sottolinea che il Consorzio “non ha mai avuto a disposizione un budget così elevato, passato dai 23 milioni dell’anno scorso agli oltre 40 di quest’anno.

I margini di manovra dunque ci sono. Ma sarà fondamentale non sbagliare l’utilizzo di questi fondi e attuare una efficace strategia unitaria di tutti i soggetti della filiera per affrontare il 2020 – conclude il presidente Cia Reggio –: un anno cruciale per il Parmigiano Reggiano che dovrà vincere le sfide legate allo scenario storico e la battaglia causata dall’emergenza Coronavirus. Solo così si potrà guardare con fiducia e maggiori certezze al futuro”.

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