Ferrara “deplastificata” già dall’anno prossimo: lo propone la Cia

PLASTICA INQUINAMENTO

FERRARA – Dal 2021 sarà vietato produrre e commercializzare oggetti di plastica monouso e le aziende dovranno sostituire la plastica con materiali completamente biodegradabili. Cia – Agricoltori Italiani Ferrara ha accolto con favore questa norma europea e rilancia una proposta tutta ferrarese: iniziare sin da ora a utilizzare materiali ecocompatibili e diventare fornitori per la produzione di quegli stessi materiali. Una proposta che renderebbe Ferrara la prima città italiana “deplastificata” in Italia.

“L’inquinamento provocato dagli oggetti di plastica monouso è diventato un fenomeno talmente grave che non possiamo aspettare altri due anni per eliminarli” – spiega Stefano Calderoni. Il nostro ecosistema è stato “avvelenato” per anni da materiali che non possono essere riciclati e finiscono nei mari o abbandonati nei terreni. Come associazione vorremmo anticipare la decisione europea e fare del territorio ferrarese il primo “deplastificato” in Italia. Si tratta di una scelta che potrebbe essere presa in accordo con le istituzioni, alle quali la proporremmo nelle prossime settimane, e che vedrebbe coinvolto da vicino il settore agricolo, per il suo ruolo di fornitore di materia prima per la filiera della bioplastica”. Attualmente le alternative sono già disponibili e la plastica prodotta con amido di mais è già in commercio, ma è ancora poco diffusa, tanto che solo l’1% di questa materia prima di origine vegetale prodotta in Ue viene utilizzata per la produzione di materiali biodegradabili. L’obbligatorietà a questi nuovi materiali potrebbe, dunque, diventare un’opportunità per il settore agricolo.

“L’agricoltura – continua Calderoni – avrà sempre più un ruolo determinante nella produzione di materiali come il Mater-BI prodotto con amido di mais e oli vegetali, che è biodegradabile e compostabile. Anche i rifiuti agroindustriali come melasso di barbabietola da zucchero e scarti di frutta e patate sono già utilizzati per produrre PHA (poliidrossialcanoato), la macromolecola che compone le più recenti bioplastiche green.

Il nostro settore, dunque, potrebbe trovare nuove forme di reddito, grazie a scarti di lavorazione che diversamente sarebbero eliminati. Ma l’impegno delle aziende per trasformare Ferrara nella prima città senza plastica potrebbe andare oltre – conclude Calderoni – fino all’impegno per eliminare dalle nostre campagne i materiali plastici utilizzati, ad esempio, in orticoltura o nella lotta integrata, in un sistema di economia circolare dove torna alla terra ciò che la terra produce”.

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