Fragole, la superficie in Emilia Romagna segna -2%

Marzo 2016

FERRARA –  L’Emilia Romagna continua a disinvestire nella coltura della fragola. A fronte di una crescita delle superfici a livello nazionale, infatti, la regione che un tempo aveva il primato di questa coltura perde un 2% rispetto al 2015.

Lo evidenzia il report realizzato dal Cso, Centro servizi ortofrutticoli di Ferrara, che rileva una crescita delle superfici coltivate a fragola in Italia pari al +4% rispetto al 2015, con una copertura di circa 3.740 ettari, un valore che riporta la fragolicoltura nazionale ai livelli del 2008. In linea generale si può affermare che l’impulso maggiore alla coltivazione è dato dalle aree del Sud, in particolare da Basilicata e Campania che oggi rappresentano il 45% della fragolicoltura nazionale.

La Basilicata conquista il primato nazionale di superficie coltivata con circa 850 ettari ed una crescita del 20% rispetto al 2015. Si consolida anche la fragolicoltura in Campania che, con oltre 800 ettari, cresce lievemente rispetto allo scorso anno. Sostanzialmente costante la fragolicoltura in Veneto, terza regione in ordine di importanza.
Risulta in calo invece la coltivazione in Emilia Romagna, -2% rispetto all’anno precedente; in aumento dell’1% il Piemonte e la provincia di Trento, costante la provincia di Bolzano.

Tra le altre regioni meridionali si registra una leggera perdita per la fragolicoltura in Calabria con -1% rispetto alla campagna precedente e una flessione del -5% per la Sicilia.

A livello varietale, secondo le elaborazioni di Cso basate su rilevazioni relative alla propria base sociale affiancate dai dati vivaistici, si evidenzia la predominanza di Candonga in Basilicata e Sabrina in Campania. In Veneto prevalgono Eva, Garda e Antea, in Emilia Romagna, dove prevale la coltura in pieno campo, la produzione è più diversificata con una ripartizione tra Alba, Brilla, Roxana, così come in Piemonte, con, in ordine progressivo decrescente, Alba, Asia, Portola e Clery.
A livello di consumi il 2015 non ha eguagliato gli eccezionali risultati del 2014. Va comunque considerato che la tendenza degli acquisti di fragole negli ultimi 5 anni è complessivamente molto positiva, con un incremento in quantità acquistate di ben 10.000 tonnellate nel quinquennio, per raggiungere un totale di 83.000 tonnellate di fragole nel 2015 (fonte: elaborazioni Cso su dati Gfk).

Per completare il quadro d’insieme relativo alla fragola si evidenzia un calo delle importazioni nel 2015, calo significativo soprattutto nei periodi di maggiore produzione nazionale. I quantitativi esportati invece sono stati pari a 13.000 tonnellate (da gennaio a ottobre), con un incremento del 4% in valore rispetto all’anno precedente a testimonianza di una elevata qualità dell’offerta italiana, particolarmente apprezzata all’estero negli ultimi anni.

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