Frumento e colza ‘erodono’ superfici ai seminativi primaverili

Claudio Ferri
BOLOGNA – Più orzo e colza, ma anche investimenti superiori di frumento duro e tenero: si può sintetizzare così la stima che fa Progeo in riferimento alle semine dei cereali autunno vernini.
“I produttori sono incentivati dalle buone quotazioni dei cereali degli ultimi mesi – osserva Marco Sacchi, direttore operativo del settore conferimenti di Progeo – e in modo approssimativo possiamo dire che la proporzione è di un 30% di grano duro e la rimanente parte di tenero. L’incremento di questa coltura è frutto anche dei timori che i produttori hanno dei lunghi periodi siccitosi che inducono a scelte verso coltivazioni meno idroesigenti”. I territori di riferimento di Progeo sono tutta l’Emilia e i territori del basso mantovano.
Quest’anno il colza entra in scena con prepotenza perchè è nella compagine delle colture autunno vernine e consente una corretta rotazione agronomica. “È di fatto l’unica coltura a foglia larga che può sfuggire ad una assenza di piogge prolungata, quando altre piante da avvicendamento sono primaverili- estive e quindi a rischio siccità – spiega Sacchi – per questo c’è stata una impennata delle semine. Inoltre ormai il pisello proteico non si semina più perchè si riscontrano diversi problemi in campo”.
In relazione a questo andamento, resteranno meno superfici per le semine primaverili. “A pagare un conto salato saranno sorgo e mais, colture, specialmente il granoturco, molto esigenti in termini di acqua e di fertilizzanti: i costi saliti alle stelle sono un deterrente per i produttori che lo coltivano, oltre al fatto che negli ultimi anni si è appalesato il problema determinato dalla presenza di aflatossine. Soia e girasole – conclude infine Sacchi – confermeranno le stesse superfici”.