Il coraggio delle donne in agricoltura che attraversa le generazioni

Erika Angelini

BENTIVOGLIO (Bologna) – Il coraggio e la determinazione delle donne che lavorano nel settore agricolo per conquistare i diritti e le opportunità a disposizione delle imprenditrici agricole per la crescita e l’innovazione. Sono stati questi i temi dell’evento “Il coraggio delle donne, di ieri e di oggi”, organizzato da Donne in Campo Emilia Romagna in collaborazione con Cia Emilia Romagna in occasione della Giornata Internazionale della Donna.

In mattinata l’iniziativa si è aperta con la proiezione del docufilm “Genoeffa Cocconi: i miei figli, i fratelli Cervi” un’opera – prodotta da Aleo film con la regia di Marco Mazzieri – che non è solo la storia della madre dei sette fratelli Cervi e della sua incredibile forza, ma anche un racconto di emancipazione che una donna “illuminata” ha compiuto verso sé stessa e verso i suoi figli. 

Dopo i saluti della sindaca di Bentivoglio, Alice Vecchi, il docufilm è stato introdotto dall’intervento di Albertina Soliani, ex senatrice della Repubblica e presidente dell’Istituto Cervi che ha detto: “Genoeffa Cocconi ha vissuto nel suo tempo una sfida incredibile: una notte dentro la quale occorre tenere accesa la luce. La notte della violenza, dell’arbitrio, della guerra. Anche oggi ci sono tentativi di riportare l’oscurità e anche nel presente la differenza la fanno sempre le coscienze e le persone. Un messaggio importante per le nuove generazioni e per le donne in campo, che sono un patrimonio straordinario di innovazione nel modo di lavorare, e nella capacità di cooperare, come hanno fatto le mogli e le sorelle dei fratelli Cervi, rimaste sole a gestire una grande azienda agricola. Le persone e le donne e la terra sono protagoniste e voglio dirvi in questa giornata che è vero, le sfide sono grandi ma non ci devono impressionare e non ci devono fare paura perché quelle sfide ci chiedono di esserci e di essere protagoniste. E le occasioni per essere presenti e protagoniste con forza e dignità ci sono”.

A seguire Miriana Onofri, presidente di Donne in Campo Emilia Romagna, ha ribadito che per favorire lo sviluppo dell’imprenditoria femminile sono necessari servizi e investimenti: “Parlare del ruolo essenziale delle donne nel settore agricolo significa agire concretamente per favorire l’imprenditoria, perché solo dando strumenti alle donne ci sarà quel definitivo cambiamento culturale che è ormai necessario e ineluttabile. In questo senso sono ancora attualissime le richieste che abbiamo presentato nel 2024, proprio in occasione della Giornata Internazionale della Donna. Serve, innanzitutto, un fondo specifico per l’imprenditoria femminile perché non esiste nessuna misura, dalla Pac al Pnrr fino alla Legge finanziaria dedicata alle politiche di genere.

Poi occorre lavorare sul gender pay gap, il divario retributivo di genere, in modo da remunerare il carico famigliare e assistenziale che la donna svolge per far conciliare la vita sociale con la vita lavorativa. Un altro tema rilevante è il riconoscimento adeguato dal punto di vista economico e previdenziale, anche a livello di maternità: oggi il lavoro agricolo non è considerato a rischio, quindi non esiste maternità anticipata e l’indennizzo, del tutto irrisorio e insufficiente, viene assegnato solo dalla nascita del bambino. Serve poi una rete di servizi socio-sanitari adeguata a partire dai consultori, asili e scuole nelle aree rurali”.

Nel corso dell’incontro è intervenuta anche Elena Donati, primo ricercatore Istat Direzione Centrale per la raccolta dati, con un intervento dal titolo “Coltivare opportunità: donne e uomini in agricoltura, uno sguardo oltre il lavoro” che ha analizzato, seguendo diversi parametri socio-demografici, la condizione non solo lavorativa, ma anche famigliare e personale delle donne nel settore agricolo, anche in rapporto ad altri comparti produttivi.

Un intervento corredato dai dati forniti da Luigi Cerone, coordinatore delle associazioni di persone di Cia Emilia Romagna, sulle giovani donne impegnate nel settore agricolo che ancora faticano a conciliare la vita lavorativa con quella personale, entrano tardi nel settore e faticano ad aggiornarsi e a frequentare corsi di formazione per mancanza di tempo.

A chiudere la giornata i saluti di Pierino Liverani, presidente di Anp Emilia-Romagna e di Marco Bergami, vicepresidente di Cia Emilia Centro. 

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