Il Governo ci ripensa: torna l’esenzione Irpef per i terreni di Cd e Iap

Irpef campi coltivati

Mirco Conti

Come avevamo anticipato nei precedenti numeri di Agrimpresa, la Legge di Bilancio 2024 non comprendeva un’importante agevolazione che, negli ultimi 7 anni, aveva sempre trovato spazio a parziale ristoro della sfavorevole congiuntura che attanaglia il settore primario: la proroga dell’esenzione Irpef e addizionali comunale e regionale sui redditi dominicali e agrari dei terreni posseduti e condotti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali iscritti alla previdenza agricola. 

Le proteste del mondo agricolo delle ultime settimane hanno indotto il Governo a reintrodurre l’esenzione, seppure parzialmente, attraverso la presentazione di un emendamento al Decreto “Milleproroghe” (D.L. n. 215/2023) attualmente all’esame della Camera e già accolto positivamente dalla Ragioneria dello Stato. 

La misura di favore è rivolta alle persone fisiche iscritte alla previdenza agricola dei coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali, quali titolari di imprese agricole individuali o soci di società semplici. Il beneficio è esteso anche ai familiari coadiuvanti del coltivatore diretto, sempreché iscritti ai fini previdenziali nel medesimo nucleo familiare del titolare. Non sono invece interessate le altre società di persone e le società di capitali. 

A differenza del passato, è introdotta una franchigia di esenzione, che esclude da imposizione la parte di reddito fondiario fino a 10.000 euro. 

Per il reddito compreso tra 10.000 e 15.000 euro, la franchigia è ridotta al 50%. Il valore del reddito fondiario superiore alla soglia dei 15.000 euro, è interamente soggetto a tassazione. La misura agevolativa, come sopra delineata, avrà efficacia per gli anni d’imposta 2024 e 2025, quindi concretamente fruibile in occasione delle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2025 e 2026.

La relazione tecnica a corredo dell’emendamento, presentata alla Ragioneria dello Stato, stima l’impatto finanziario derivante dall’introduzione della misura in 220,1 milioni di euro per l’anno 2025 e in 130,3 milioni per l’anno 2026, nonché in 89,8 milioni per l’anno 2027.

Di fatto ogni coltivatore diretto potrà beneficiare per il prossimo biennio di una no tax area pari a circa 17.500 euro, in quanto oltre alla franchigia introdotta dal decreto “Milleproroghe” di euro 12.500, potrà dedurre i contributi previdenziali pagati all’Inps, fino ad un massimo di 5.500 euro. 

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