In calo le superfici di kiwi, la Grecia pronta al sorpasso

kiwi giallo

Alessandra Giovannini

La produzione commercializzabile del kiwi italiano tra la varietà verde e la gialla sarà di 371.225 tonnellate in calo del -6% rispetto allo scorso anno.

In Emilia Romagna aumenta dell’8% la produzione prevista di kiwi verde mentre si riducono del 4% le superfici, il solo kiwi verde occupa 3.461 ettari di superfici, il 16% del totale.

Nella provincia di Forlì-Cesena, zona vocata per questo frutto, le aree coltivate segnano una certa costanza rispetto alla passata stagione ma nel Ravennate c’è il segno meno (4% circa) pur a fronte di un +10% nei quantitativi.

È quanto emerso nella conferenza “Kiwi 2019/2020: difesa della pianta e strategia di mercato”, appuntamento annuale organizzato a Verona dalla Camera di Commercio il 16 ottobre per divulgare i dati, a cura del Cso Italy, sulle stime di produzione e commercializzazione del kiwi per il 2019 e il 2020. L’evento informativo che ha fatto seguito a Iko, il convegno internazionale annuale tenutosi a Torino dall’8 al 10 settembre, ha messo in evidenza una campagna del kiwi che si apre con prospettive tutte da scoprire e con incognite di mercato e fitosanitarie. La Grecia sta diventando un competitor sempre più forte e la cimice marmorata asiatica pare essere arrivata nella fase esponenziale della crescita delle popolazioni.

Secondo Elisa Macchi, direttore del Cso Italy, “sicuramente non siamo di fronte ad una situazione di eccedenza di produzione, bisogna porre attenzione alla Grecia che denota un livello elevato di produzione come quello dello scorso anno e il periodo di commercializzazione dei Paesi dell’Emisfero meridionale è più limitato: per il Cile le spedizioni in Europa sono già terminate, mentre per la Nuova Zelanda, forte competitor del prodotto italiano, la fine della commercializzazione in Europa è prevista per metà novembre”.
Dunque, un calo delle superfici coltivate e un calo di produzioni dovute prevalentemente all’abbattimento delle piante colpite dalla moria mentre sono stati segnalati danni da grandine, qualche caso di batteriosi e la presenza della cimice.

E proprio di cimice si è parlato nella seconda parte dell’incontro veronese dedicata ai progressi nella lotta all’insetto. “Siamo in piena emergenza – ha spiegato il componente di Giunta della Camera di Commercio di Verona, Daniele Salvagno -, per cui servono misure urgenti. Per fermare l’invasione della cimici si attende il via libera del ministero dell’Ambiente che deve emanare le linee guida per l’impiego della vespa samurai, nemica naturale dell’insetto”.

Secondo Massimiliano Pasini di Agrea, “In attesa del controllo biologico con l’introduzione della vespa samurai e la sterilizzazione, tutte attività ancora a livello sperimentale, occorre intervenire con l’impiego delle reti e contemporaneamente il ricorso a cicli di trattamenti pre e post chiusura. Esperimenti in Emilia Romagna sui frutteti di pero hanno dimostrato che la chiusura degli impianti con le reti antigrandine già a fine maggio, con due trattamenti prima della chiusura e due dopo, ha un’efficacia del 93% rispetto alla coltura scoperta con una decina di trattamenti”.

E di questo frutto abbiamo parlato anche con Ugo Palara, responsabile dell’ufficio tecnico di Agrintesa, “Per il kiwi verde, in particolare, per il terzo anno l’Italia non esprime la produzione che potrebbe ma, attenzione, perché la Grecia sta crescendo un po’ tutti gli anni e potrebbe avere le stesse potenzialità dell’Italia”. I consumi, intanto si spostano verso il colore giallo. “È buono – sottolinea ancora Palara – e la richiesta è più che superiore all’offerta. Ci sono ancora poche realtà sulle quali si può fare affidamento ma occorre strutturare”.

In chiusura riportiamo le parole di Patrizio Neri coordinatore di Iko. “Negli ultimi anni a livello mondiale, l’industria del kiwi è cresciuta moltissimo ed è quindi necessario, oggi più che mai, continuare a lavorare insieme per sostenere tale tendenza e valorizzare al massimo l’intera filiera”.

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