Kiwi: in crescita la produzione, ma incombe il pericolo batteriosi

nOVEMBRE 2014

Cla.Fe.

BOLOGNA -“La coltivazione del kiwi ha vissuto in questi anni momenti di grande criticità dovuti alla temibile batteriosi, ma fortunatamente, grazie anche agli sforzi compiuti dall’attività di ricerca, si registra una flessione dell’incidenza della malattia ed in parallelo si respira un certo ottimismo sulla campagna”.

Lo afferma Elisa Macchi, direttrice del Cso di Ferrara, Centro servizi ortofrutticoli, che commenta l’andamento di questo frutto.

Secondo i dati del Cso la produzione di quest’anno si colloca nella media degli ultimi  cinque anni “e rispetto alla scorsa annata caratterizzata da una produzione scarsa – aggiunge la Macchi – si registra una crescita del 6%, come peraltro registriamo aumenti produttivi di Grecia, Spagna e Francia mentre risulta in calo la produzione del Portogallo”. Il frutto intanto è sempre più apprezzato tant’è che negli ultimi 12 mesi è stato acquistato almeno una volta da oltre il 90% delle famiglie italiane. Il Kiwi rappresenta il 3,2% dei consumi di frutta degli italiani e la Penisola si conferma la principale produttrice a livello mondiale. La superficie coltivata è di 24.800 ettari (un 2% in meno rispetto al 2013) per una produzione pari a poco più di 430 mila tonnellate. L’export italiano, solo nel 2013 è stato di 341 mila tonnellate, con forti incrementi negli Stati Uniti, ma anche nell’America latina e nell’estremo oriente.

La produzione nazionale è concentrata in quattro regioni: nel Lazio che detiene circa il 30% dell’offerta nazionale (con poco più di 7.200 ettari coltivati), in Piemonte (4.800 ettari), in Emilia Romagna (che conta 3.800 ettari con un calo di superfici del 5% rispetto al 2013) e nel Veneto.

A fronte di una flessione degli impianti, tuttavia, il Cso registra incrementi produttivi importanti con una stima per l’imminente raccolto di quasi 88 mila tonnellate.

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