
Giugno 2017
Valorizzare una Emilia Romagna autentica, genuina, capace di proporre un prodotto non delocalizzabile, sostenibile, aggregato e dove le imprese agrituristiche, vetrina del territorio, svolgono un ruolo di primaria importanza: è quanto emerso, in sintesi, dal convegno promosso dalla Cia il 5 giugno scorso ad Anzola Emilia.
Il Piano regionale di sviluppo rurale offre agli agriturismi diverse opportunità di finanziamento, come la possibilità di creare e sviluppare agriturismi e fattorie didattiche, attraverso investimenti in ristrutturazioni, acquisto macchinari, attrezzature, hardware e software funzionali alle attività agrituristiche. L’ultimo bando si è concluso a ottobre 2016, e ha finanziato per intero tutte le domande presentate e considerate ammissibili, con un importo pari a 13 milioni di euro. Il prossimo bando è previsto per l’anno 2019.
Con la Misura 16, poi, la Regione mette a disposizione 1.000.000 di euro per l’associazione di operatori agrituristici e fattorie didattiche. I beneficiari sono quindi le associazioni costituite da almeno dieci operatori agrituristici o di fattorie didattiche iscritte agli elenchi di operatori.
Gli interventi finanziabili sono costi relativi alla cooperazione, alla progettazione e realizzazione di disciplinari e loghi collettivi dell’associazione, alla produzione di materiale informativo e pubblicitario, all’organizzazione e/o partecipazione a eventi fieristici, sagre ed altri eventi radiofonici e televisivi, azioni di marketing del territorio, azioni di accoglienza di tour operator o operatori del settore turistico finalizzate alla promozione extra regionale od estera dei settori agriturismo e fattorie didattiche.
In Emilia Romagna, è stato ricordato, sono presenti 1157 aziende agrituristiche, 485 aziende sono a conduzione femminile (42%), 845 aziende svolgono attività di ristorazione (73%), 802 offrono ospitalità tramite camere (69%), con circa 9100 posti letto e 4000 camere. Circa il 55% delle aziende svolge attività ricreative, in special modo di natura ambientale; il 49% si dedica alle attività sportive, mentre il 26% a quelle didattiche.
Il fatturato 2016 calcolato in base ai pasti somministrati e ai posti letti ammonta a circa 115 milioni di euro, con una media di 134.000 e ad azienda; questo dato dimostra quanto siano importanti le attività agrituristiche a sostegno del reddito agricolo delle singole aziende.
Nel suo intervento Cristiano Fini, presidente della Cia di Modena e vice presidente della Confederazione regionale, ha sostenuto che la creazione di reti è fondamentale anche per raggiungere il mercato estero. La realtà degli agriturismi a livello regionale è molto diversificata, una ricchezza per il nostro territorio, che permette di offrire servizi diversi in base alle variegate esigenze turistiche. Una realtà importante in continuo miglioramento anche grazie a momenti di confronto come questo. Costruire network territoriali è una scelta strategica, un esempio viene dalle province di Modena e Bologna che sommano il 30% di tutti gli agriturismi dell’Emilia-Romagna.
La gestione e la tutela del territorio sono sostenute dalle aziende agricole, ha ricordato l’assessore all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna, Simona Caselli. Sono 376 gli agriturismi situati in zona D (zone svantaggiate) che contribuiscono quotidianamente a sostenere le aree più in difficoltà del territorio regionale apportando un contributo sociale, di valorizzazione del paesaggio e di ricettività turistica.
Anche la Caselli ha sostenuto l’importanza di creare reti in grado di unire diverse aziende sul territorio regionale, creando percorsi e itinerari turistici, ad esempio sulle vie dei pellegrini, ora molto frequentate. Questo sarà possibile anche grazie al nuovo bando sulla Misura 16 del Psr.
Grazie alla attività di promozione sui social network, in particolare Facebook, è stato detto, è possibile promuovere inoltre iniziative sul territorio a costi contenuti .
L’importanza di un turismo ‘mobile’ è capace di affermarsi anche attraverso la connessione in rete di diverse aziende, è stata ricordata anche da Berbera Christina Van De Vate che ha sostenuto le potenzialità della Filiera corta alimentare (Fca) nel raggiungere quest’obiettivo.
La Fca si dimostra come uno strumento utile per rilanciare i biodistretti, in grado di creare aggregazioni e rete tra i produttori e gli agriturismi locali. Berbera ha evidenziato la necessità della definizione di nuove norme a tutela delle reti di agricoltori, così come di una politica che possa valorizzarle, ad esempio attraverso i contributi del PSR.
Salvatore Agresta, responsabile Cia degli agriturismi per la provincia di Bologna, ha illustrato la consistenza degli agriturismi di Modena e Bologna, due province che contano circa 357 agriturismi attivi, circa un 30% del totale degli agriturismi presenti sul territorio regionale.
La provincia di Bologna conta 216 agriturismi, a Modena le aziende sono 141. Circa il 69% di queste si trova a sud della via Emilia, in zona collinare o in montagna. Nel modenese le aziende si concentrano lunga la strada statale 12, nella provincia di Bologna gli agriturismi si diramano su diverse strade provinciali evidenziando come le imprese s’insediano seguendo il flusso del traffico stradale.



