Emer Sani
San Piero in Bagno (Forlì-Cesena) – Imprese e imprenditori che lavorano in montagna sono dei presidi del territorio.
Svolgono un’azione preziosa per il mantenimento dei luoghi, ma la redditività è un obiettivo molto difficile da ottenere. “Le sovvenzioni dei bandi regionali sono fondamentali, se non vitali”, spiega senza mezzi termini Moreno, della società agricola Bernabini, che porta avanti insieme alla socia Sonia a San Piero in Bagno (Fc).
Fino al 2002 Bernabini ha lavorato come operaio, poi è entrato nell’attività di famiglia. In 45 ettari di proprietà e 120 ettari di pascoli in concessione, l’azienda alleva bovini di razza Romagnola e produce cereali e fieno, tutto biologico.
“Dal fatto che la montagna sia chiamata zona svantaggiata si può capire un quadro dell’intera situazione. Tra i calanchi non possiamo permetterci di fare colture particolari – prosegue Bernabini -, quindi, per andare avanti l’allevamento del bestiame è fondamentale. Noi produciamo cereali e fieno per il fabbisogno dell’azienda, otteniamo anche il letame che serve per concimare le coltivazioni biologiche.
Si tratta di un ciclo che per noi è il solo modo di proseguire”.
Il problema della siccità che sta flagellando il settore da qualche anno, in montagna si acuisce a causa della mancanza di reti idriche come invece esistono in pianura.
“Non possiamo irrigare, prendiamo solo quello che ci arriva dal cielo e quindi non possiamo investire su nessun tipo di coltura. Fortunatamente la mia terra è molto fertile, con quelle poche gocce di pioggia dello scorso anno sono riuscito a fare 3 o 4 sfalci di erba medica. Questo si traduce in sopravvivenza per l’azienda; basti pensare che il fieno che veniva venduto a 10 – 12 euro al quintale è arrivato 25 euro al quintale. Per chi lo deve comprare praticamente non c’è nessun guadagno ad allevare una mucca con dei costi così alti. È da considerare inoltre il caro bollette, mentre i nostri prezzi sono rimasti quelli di 30 anni fa. Nel mio caso – conclude Bernabini – l’azienda era già avviata, senza finanziamenti da rimborsare, e con un’attrezzatura da 500-600 mila euro: credo che se un giovane dovesse partire oggi con un’azienda agricola sia praticamente impossibile”.