Una ospitalità agricola che si chiama home restaurant

villacolle-ristorante

Luca Soliani

Cortogno di Casina (Reggio Emilia) – Azienda agricola, ma non solo. Anche, e soprattutto, un’idea ‘alta e altra’ dove stare bene nella natura. A partire dall’accoglienza di animali e bimbi con un passato difficile, per arrivare a un home restaurant vegano dove si mangia ciò che viene coltivato nei campi limitrofi. Non solo mille verdure, ma persino diverse varietà di fiori. Tutto questo è Villa Villacolle, a Cortogno di Casina, perla dell’Appennino reggiano, condotta con professionalità e tanto cuore dall’imprenditrice Eleonora De Stefani.

“Siamo un’azienda agricola a carattere familiare – inizia a spiegare -, coltiviamo orticole e fiori, alleviamo animali da cortile che ci fanno compagnia. Peculiarità è l’home restaurant ricavato nel porticato della struttura dove ospitiamo clienti che arrivano da tutto il Nord Italia. Ma facciamo anche vendita diretta e partecipiamo ai mercatini”.

Eleonora è arrivata per amore a Cortogno da Chiavenna (Sondrio) ed è sposata con Alessandro Torri Giorgi. Fino a qualche anno era operatore socio sanitario in case di riposo, poi in strutture domiciliari e, infine, in ospedale. La tragica epidemia Covid, e la morte a causa del virus di una persona a lei molto cara, l’hanno spinta a cambiare radicalmente lavoro e a dedicarsi ad un altro tipo di attività immersa nella natura dell’Appennino.

“Il nome Villa Villacolle – entra nel particolare – prende il nome dalla casa di Pippi Calzelunghe. La bambina protagonista dell’omonimo romanzo della scrittrice svedese Astrid Lindgren era un’orfanella, abbiamo voluto chiamare così la nostra azienda perché mio marito ed io, siamo una famiglia affidataria e una famiglia adottiva. Il nostro bimbo è arrivato in adozione e prima di lui, ma anche dopo, sono arrivati tanti altri piccoli in affido, e speriamo ne passino anche altri. Ci è piaciuta l’idea di intitolare la nostra azienda-casa Villa Villacolle, proprio per sottolineare il suo essere un luogo di accoglienza a 360 gradi”.

Come detto, “abbiamo aperto un home restaurant per dare questo senso di accoglienza e ospitalità, per far sì che tutto lo spazio non sia solo per noi, ma possano goderne anche altre persone, sia nel mangiare cibo buono e sano che negli spazi verdi dove poter trascorrere piacevoli momenti di relax”.

Nell’home restaurant, Alessandro cucina ciò che, insieme alla moglie, coltiva nel grande orto: pomodori di numerose varietà, zucchine, cetrioli, zucche, fagiolini, peperoni, peperoncini, erbe aromatiche e insalate. “Tutti coltivati in alta collina – ci tiene a sottolineare Eleonora – lontano da qualsiasi fonte di inquinamento. E stiamo facendo tutte le pratiche per la certificazione biologica”.
Non solo verdure. Nei piatti proposti “ci sono anche i fiori. Abbiamo iniziato con la calendula, che può essere utilizzata in cucina per decorare i piatti ma può naturalmente essere mangiata visto il suo sapore molto buono e pieno. E, insieme alla Calendula, a Villa Villacolle si possono mangiare tantissimi altri fiori, tutti coltivati naturalmente da noi”.

“Ricevere i clienti a casa nostra è una sensazione meravigliosa, addirittura meglio di avere un ristorante, perché si ricevono le persone in casa – aggiunge Alessandro -. I posti a disposizione? Cerchiamo di non andare oltre le 12 persone: la cucina è innanzitutto quella di casa, ma soprattutto perché dedicarsi a dodici persone significa preparare cibi di qualità e poter dedicare tempo, cura e passione a ogni piatto. Il menù è vegano-vegetariano, tutto basato sui i prodotti a ‘metro 0’ dei nostri campi. Alla nostra tavola siedono diverse tipologie di clientela: dall’onnivoro al vegano, passando per il vegetariano. Fondamentalmente vengono persone da fuori comune, principalmente da Reggio Emilia e Parma ma abbiamo avuto ospiti che sono arrivati anche da Milano, Savona e altre zone del Nord Italia. I social e il passaparola molto lusinghiero, ci ha fatto conoscere in una vasta area e siamo davvero molto contenti”.

Villa Villacolle ospita anche diversi animali da compagnia. Innanzitutto due oche, Ferruccio e Zucca, “il ‘king’ della casa e dell’azienda – rimarca sorridendo Eleonora -. La nostra coppia di anatre domestiche: due Germani che hanno dato alla luce una decina di anatroccoli. Il rapporto tra volatili e ospiti è strepitoso: si fanno prendere e coccolare e a loro piace molto ricevere attenzioni. Abbiamo poi quattro cani (alcuni dei quali con un passato pesante), gatti e pecore che ci aiutano nel nostro lavoro di contadini tenendo pulito un nostro campo non coltivato. In generale, abbiamo visto quanto sia fantastica l’interazione tra animali e bimbi in affido: hanno sulle spalle un enorme carico di sofferenze ma erano felicissimi di interagire, di donare e ricevere coccole. Erano gioiosi e tranquilli. Credo moltissimo nella pet therapy”.

“Abbiamo un grande sogno – conclude Eleonora -, allargare la nostra azienda agricola con altri animali: asini e, perché no, un cavallo di nome Zietto. Vorremmo avere una piccola fattoria didattica e far scoprire ai bambini il mondo bellissimo dell’agricoltura e della natura”.

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