ROMA – “Vorrei esprimere il mio rispetto e la mia gratitudine per l’ampio sostegno dimostrato dai Paesi dell’Unione europea all’Ucraina e ai suoi cittadini sin dall’inizio della guerra”.
È con queste parole che Mariia Didukh, direttore del Forum agrario nazionale ucraino, ha salutato in diretta la platea della IX Conferenza Economica di Cia-Agricoltori Italiani.
Ospite speciale a cui l’organizzazione ha voluto dedicare una parte della sua seconda giornata di lavori a Roma, proprio in contemporanea con l’intervento del premier Voodymr Zelensky al Parlamento Ue, esprimendo tutta la sua solidarietà.
“L’Ucraina sta attraversando i momenti più difficili della sua storia di indipendenza – ha detto nel suo intervento Didukh – e l’industria agroalimentare lavora in condizioni difficili. Prima della guerra, il settore agricolo rappresentava il 20% del Pil del Paese e nel 2022 è diventato la base delle esportazioni ucraine (53% di tutte le esportazioni), garante delle entrate in valuta estera e strumento di sostegno dell’economia ucraina”. Il direttore del Forum agrario nazionale ucraino ha, quindi, ricordato che “limitare le esportazioni bloccando i porti e interrompendo le catene di approvvigionamento alimentare ucraine fa parte della guerra ibrida della Russia.
Tuttavia, grazie al sostegno dei leader e delle organizzazioni mondiali, le forniture alimentari dall’Ucraina sono state ripristinate” grazie soprattutto alle “corsie di solidarietà tra l’Ucraina e l”Ue e la concessione di preferenze commerciali temporanee per i prodotti ucraini”. In questo modo “il volume dei prodotti agroalimentari consegnati all’Ue è triplicato e la quota europea nelle consegne esterne di prodotti agricoli nel 2022, ha raggiunto quella record del 55%”.
Tuttavia, ha evidenziato Mariia Didukh, “per l’intero 2022, l’esportazione di prodotti agricoli è diminuita di 4,3 miliardi di dollari Usa, pari al 15,5%”. Inoltre, “il volume della produzione agroalimentare è diminuito del 30%. La produzione di cereali è diminuita del 40%, quella di piante oleaginose del 22%, la produzione di uova del 20%, quella di latte e carne del 12%”. Quanto al 2023, ha aggiunto, “il volume della produzione di cereali in Ucraina nel 2023 sarà di circa 34-35 milioni di tonnellate, pari al 37%, ovvero il 37% in meno rispetto ai risultati del 2022 e il 60% in meno rispetto agli indicatori del 2021. Inoltre, le tendenze negative di riduzione della produzione persisteranno in altri settori agricoli”.
“Durante il periodo di guerra – ha sottolineato il direttore del Forum – gli agricoltori ucraini non mirano a competere con i produttori europei. Oltre alle perdite dovute alle operazioni militari (ad esempio, i continui bombardamenti, le perdite di raccolto e lo sfruttamento minerario di milioni di ettari di campi), in Ucraina c’è anche una crisi energetica: i generatori di benzina e di gasolio vengono usati per essiccare il grano, conservare i prodotti nelle celle frigorifere e far funzionare incubatrici e allevamenti.
Gli agricoltori ucraini devono esportare i loro prodotti attraverso i porti europei, le cui consegne vengono effettuate con i camion, aumentando i costi e rendendo la produzione agricola meno redditizia per i produttori ucraini”.
Per tutto questo, “chiediamo gentilmente” a Cia come a tutta l’Europa agricola “di considerare la possibilità di sostenere l’estensione delle condizioni commerciali preferenziali tra Ucraina e Ue almeno fino alla fine del 2024 – ha concluso Didukh rivolgendo il suo appello accorato alla platea – per evitare l’aggravarsi della crisi del settore agricolo nazionale e il deterioramento della sicurezza alimentare globale”.