Marzo 2014
Alessandra Giovannini
IMOLA – Il 18 febbraio scorso si è svolto il VI congresso della Flai-Cgil di Imola.
Durante l’incontro, che ha visto la riconferma del segretario generale Liviana Giannotti, sono stati presentati i dati rilevati dall’Osservatorio Flai, da dove emerge il calo della percentuale dei lavoratori occupati (più di 150 giornate l’anno) e aumenta quella relativa alla fascia tra le 50 e le 100 giornate.
Nei comuni del circondario imolese (esclusa Medicina), complessivamente i lavoratori iscritti agli elenchi anagrafici dell’Inps impiegati durante la stagione agricola 2012 sono stati 3.036, in crescita rispetto ai 2.882 del 2011. Si registra un lento ritorno degli italiani nel settore, dai 931 del 2010 si è passati ai 980 del 2012.
Nell’occasione, è intervenuto Giordano Zambrini, presidente della Cia di Imola. “I numeri dell’occupazione sono legati alle produzioni del territorio. C’è stato un abbandono della frutticoltura per la scarsa redditività e per la debole professionalità degli operatori. Negli ultimi quindici anni il mondo agricolo è stato abbandonato, gli interessi economici si sono spostati verso altri settori. La manodopera italiana, poi, dal 2000 è stata sostituita da quella straniera, istruita, seguita e accolta solo dagli agricoltori”.
Zambrini ha ricordato la collaborazione Cia Imola e Caritas, su un progetto per inserire i giovani in agricoltura, solo in parte riuscito: dei quaranta ragazzi che si sono presentati, sono rimasti solo in otto di cui metà stranieri.
“Qualcuno ha evidenziato – ha proseguito Zambrini – come in tema di sicurezza sul lavoro siamo all’anno zero. Questo non è vero. Le associazioni si sono impegnate in questi anni in convegni, incontri, corsi di formazione rivolti alle aziende che si sono adeguate alle normative vigenti. La difficoltà vera nel mondo agricolo è la stagionalità, come difficile è l’adeguamento oneroso dei macchinari in periodo di crisi. Accolgo invece la proposta di inserire come priorità il parametro della sicurezza nei nuovi progetti di sviluppo del Programma regionale di sviluppo”.
Il presidente Cia ha ricordato che dal 2003 l’Italia ha perso 600.000 aziende agricole (31%), un migliaio quelle che hanno chiuso nel Circondario imolese, senza dimenticare che i terreni agricoli sono un interesse per gli investitori. C’è bisogno di alleati, dei consumatori ma anche dello stesso sindacato per dare impulso ad un settore da vent’anni poco considerato. “A livello territoriale la Conferenza economica circondariale del 2008 aveva prodotto linee di intervento condivise fra istituzioni e organizzazioni professionali agricole che in parte erano riuscite a concretizzarsi; utile riprendere quello strumento”. Zambrini ha terminato ribadendo la professionalità di chi opera in agricoltura: se si vuol dare slancio al settore, oltre che una programmazione, bisogna creare anche le condizioni professionali per inserire i soggetti all’interno dell’agricoltura. “Non ci si improvvisa agricoltori”.