Dicembre 2015
Mentre il 2015 sta per volgere al termine, la Camera di commercio, attraverso il report del proprio Osservatorio agroalimentare, ci aiuta a fare un bilancio dell’anno appena trascorso per l’agricoltura bolognese.
La prima constatazione riguarda il numero di imprese agricole, in costante flessione negli ultimi 10 anni: erano quasi 12.000 nel 2004, sono poco più di 9.000 ora, con una flessione complessiva in dieci anni di oltre il 24%, maggiore rispetto al 22% medio nazionale e regionale. Questo andamento è correlato al dato sull’imprenditoria giovanile: -7% di imprese agricole giovanili bolognesi nel 2014, flessione più che doppia rispetto all’andamento regionale (-2,7%). Le imprese giovanili agricole pesano sul totale delle imprese agricole attive a Bologna per poco meno del 3% (in regione Ferrara ha la percentuale maggiore con il 6,6%). Nonostante siano diminuite le aziende agricole, nel bolognese la superficie coltivata è rimasta sostanzialmente stabile nell’ultimo anno (+0,8%); questo ci segnala di fatto che la tendenza è aggregativa, con meno aziende ma più grandi. Rispetto alle attitudini colturali bolognesi, la produzione è polarizzata su tre tipologie, che da sole sfiorano il 70% del totale: l’allevamento (27%), la cerealicoltura (20%) e le coltivazioni arboree (20%). Seguono patate e ortaggi (9%) e vino (8%).
Cresce l’attenzione per il biologico: a Bologna le imprese biologiche certificate sono 520, in Emilia Romagna sono 3.876, 510 dieci in più rispetto al 2009, aumento che riguarda sia i produttori di materie prime (+176 nel periodo 2009-2014 per un totale secondo gli ultimi dati disponibili di 867) ma soprattutto le aziende specializzate nei prodotti trasformati (+334 in regione nel periodo 2009-2014 per un totale ad oggi di 3.009). Sono parallelamente cresciute le superfici coltivate con i metodi dell’agricoltura biologica: +3% ogni anno dal 2003, percentuale superiore rispetto alla media regionale del 2,4%. Aumento medio più consistente per le aziende zootecniche biologiche: +4,5% ogni anno dal 2003, contro il +2% medio annuo in regione.
Anche l’agriturismo è un fenomeno decisamente in espansione: negli ultimi 10 anni in regione sono cresciuti ogni anno del 7%. Bologna con 208 strutture agrituristiche – di cui la metà in collina – è la provincia in regione con la maggiore presenza di agriturismi, il 19%, seguita da Forli-Cesena, 15%, e Piacenza, 14%. Il 60% degli agriturismo bolognesi è gestito da un uomo.
Venendo all’agroindustria, il dato più rilevante è quello che riguarda le dimensioni aziendali: a Bologna è cresciuto del 31% nell’ultimo anno il numero delle industrie alimentari con più di 50 addetti, mentre quelle con meno di 5 addetti sono in costante flessione. Questa tendenza all’aggregazione, già segnalata per le produzioni agricole, riconferma la necessità delle imprese di avere dimensioni maggiori per far fronte alla lunga crisi economica che stiamo attraversando, connotata da una costante flessione della spesa per consumi alimentari delle famiglie. Negli ultimi sei anni la spesa media delle famiglie italiane è diminuita di quasi 160 euro. La spesa per consumi è legata principalmente alla carne (23%), al pane e ai cereali (16%), a latte, latticini e uova (13%) e verdura (12%) e frutta (8%).
In crescita invece gli indici del prezzi al consumo per i prodotti alimentari, che a Bologna sono di circa il 3% superiori rispetto alla media nazionale.
Infine l’export. Bologna esporta verso i mercati extra-comunitari circa il 20% della produzione agricola del territorio.