Parmigiano, 80 anni del Consorzio: più tutele all’estero e nuove aggregazioni d’impresa

Febbraio 2015

SORAGNA (Parma) – “Se la regolazione dell’offerta consentita dal “Pacchetto latte” dell’Unione europea e adottata dal Consorzio del Parmigiano Reggiano costituiva già una risposta strutturale all’esigenza di un nuovo equilibrio tra domanda e offerta capace di assicurare crescita e stabilità ai redditi dei produttori, questa stessa misura oggi appare ancora più rilevante nella sua portata”.

Giuseppe Alai, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, ha aperto così il convegno a Soragna (dove ottant’anni fa venne firmato l’atto costitutivo del Consorzio di tutela) che ha visto la partecipazione di tutte le associazioni del mondo agricolo e cooperativo, degli assessori regionali all’agricoltura Simona Caselli (Emilia Romagna), Giovanni Fava (Lombardia) e del ministro Maurizio Martina.

“La imminente cessazione di quel regime comunitario delle quote, che per trent’anni ha vincolato la produzione di latte – ha sottolineato Alai – apre scenari fondati su un’espansione della produzione europea, una esasperazione della competizione e quotazioni in ribasso: è proprio in questo contesto che l’assegnazione delle quote latte da trasformare in Parmigiano Reggiano direttamente agli allevatori ha attribuito ai produttori non solo la responsabilità e la possibilità di regolare i flussi, ma soprattutto un nuovo valore economico reale”.

Ma a Soragna, ottant’anni dopo la nascita del Consorzio, le riflessioni di Alai si sono presto allargate ben oltre il tema del governo della produzione. “I tempi che stiamo vivendo – ha detto il presidente del Consorzio – esigono una nuova e grande attenzione da parte della politica, una grande difesa sindacale che riguarda il mondo dell’associazionismo e una forte evoluzione dei sistemi di aggregazione che investono le imprese, con ruoli sicuramente inediti anche per i consorzi di tutela”.

“È in questo contesto che ci si deve chiedere – ha detto Alai – se il nostro Consorzio debba associare solo i trasformatori o anche gli allevatori, in un’ampia riflessione sulle sue funzioni, sull’interprofessionalità, sul come rendere più forte la coesione del sistema e sul ruolo fondamentale di quanti, all’interno del mondo agricolo, svolgono funzioni associative e di coordinamento, perché senza questo lavoro ampio e comune qualsiasi obiettivo diviene difficilmente perseguibile”.

Molto forte, da parte del presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, l’appello alla politica e all’amministrazione pubblica: “conosciamo – ha detto Alai – le difficoltà della finanza pubblica e non sono comunque queste le risorse oggi prioritarie, quanto invece i sostegni per portare a compimento l’evoluzione interprofessionale del sistema e il sostegno per abbattere le tante barriere che in molti mercati ancora ci impediscono di entrare e quelle che in un numero ancora più alto di Paesi (vedi gli Usa, ad esempio) ci impediscono di tutelare e difendere la nostra denominazione da imitazioni e usurpazioni”.

“Per far crescere redditi e investimenti – ha concluso il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, ricordando come tappa fondamentale quella degli accordi con gli Stati Uniti-TTIP – la priorità è rafforzare le condizioni per la crescita della domanda estera, che entro il 2020 dovrà valere il 50% sul totale della nostra produzione”.

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