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Pensiamo positivo

Claudio Ferri, direttore Agrimpresa

Le piogge torrenziali dei primi di dicembre hanno ancora una volta messo in luce la fragilità di molte aree dell’Emilia Romagna, a partire dalla esondazione del fiume Panaro all’alba del 6 dicembre scorso.

Un episodio, ironia della sorte, avvenuto Il giorno successivo alla celebrazione della Giornata mondiale del suolo e nel bel mezzo delle elezioni per il rinnovo dei Consorzi di bonifica, enti che ricoprono un ruolo importante nella regimazione delle acque e che hanno dato dimostrazione di essere reattivi e all’altezza della situazione. Suolo ’consumato’, fattori climatici e probabilmente qualche inadempienza nella vigilanza degli alvei fluviali hanno determinato una situazione non certo nuova.

Sulle possibili cause dell’esondazione il presidente della Regione Emilia Romagna ha istituito una apposita Commissione che dovrà accertare cosa ha causato il cedimento dell’argine, una voragine larga una settantina di metri.

La prevenzione resta sempre la migliore via per attenuare questi fenomeni e se è ancora prematuro azzardare le possibili cause, il sospetto è che ancora una volta possano essere state le tane di animali fossori ad indebolire le arginature. Se così fosse occorre allargare la lunga lista delle opere di prevenzione, allontanando pregiudizi di stampo protezionista e agire con determinatezza per impedire che i selvatici compromettano una bacino idrografico, quello modenese, già fragile. L’episodio non è stato l’unico negli ultimi anni e a più riprese, infatti, l’Emilia Romagna è stata interessata da eventi destabilizzanti, causa di forti disagi e soprattutto responsabili di ingenti danni economici ai produttori agricoli, e non solo. In tema di fauna selvatica e ungulati, l’assessore regionale all’Agricoltura Mammi rimarca poi la necessità di raggiungere gli obiettivi di prelievo previsti dal Piano faunistico, “in caso contrario prenderemo provvedimenti”, dice.

A proposito di danni, oltre a quelli degli animali selvatici l’agricoltura emiliano romagnola fa i conti con quelli arrecati dalla cimice asiatica: mentre siamo in chiusura di giornale, sembra che siano in arrivo le provvidenze per i produttori che hanno subito perdite: una buona notizia, anche se probabilmente non compenseranno il crollo di fatturato delle imprese.
Il 2020 verrà ricordato per l’emergenza sanitaria e per ciò che ha comportato per famiglie e sistemi produttivi dove l’economia, in generale, ha subito delle forti contrazioni. Nel disagio, è bene ricordarlo frequentemente, il settore primario non si è fermato ed ha sempre assicurato le derrate alimentari, anche con consegne a domicilio, un servizio apprezzato che ha garantito l’approvvigionamento a consumatori ‘bloccati’ dal Covid.

Il 2021 non lascia alle spalle il Coronavirus, o almeno così sarà nei primi mesi dell’anno, quindi i malaugurati effetti su persone, società ed economia non sfumeranno rapidamente. Questa è la realtà di oggi, ma l’ottimismo non ci deve abbandonare.

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