Pomodoro, campagna positiva e per ora produzione di alta qualità

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Cristian Calestani

PARMA – “Sino ad ora la campagna del pomodoro da industria nel Parmense è andata piuttosto bene, sia in termini di quantità sia di qualità”, lo afferma un produttore specializzato che fortunatamente è rimasto indenne, sino ad ora, dalle grandinate che hanno coinvolto l’areale nord a fine luglio. 

A fare il punto della situazione – all’incirca a metà campagna di raccolta – è Simone Bocchi, 43enne imprenditore agricolo alla guida dell’azienda Bocchi Simone (nella foto con il figlio Riccardo) che, con il proprio gruppo macchine, raccoglie pomodoro su 75 ettari estesi nella Bassa Parmense, a Nord della via Emilia, da Viarolo fino a Sorbolo Mezzani con conferimenti agli stabilimenti Pomodoro 43044-Mutti a Madregolo e Greci a Ravadese. 

Simone-Bocchi

“Sino ad ora la campagna del pomodoro da industria nel Parmense è andata piuttosto bene, sia in termini di quantità sia di qualità”

“Con il supporto dei tecnici dell’Op Asipo e degli agronomi che seguono direttamente i nostri terreni per tutte le varie fasi di lavorazione – spiega Simone -, siamo riusciti, sino ad oggi, ad ottenere un’ottima produzione che, quest’anno, ci sta dando grandi soddisfazioni come testimonia, sui nostri terreni, un grado brix intorno a 5”. 

Ma da buon agricoltore, abituato a dover affrontare imprevisti, Simone non abbassa la guardia. “Il clima ad ora, fatta eccezione per alcuni grossi temporali tra maggio e giugno ed alcune grandinate a luglio, è stato nostro alleato. Sappiamo però che le condizioni climatiche sono sempre più incerte. Noi agricoltori ne siamo consapevoli da tempo”.

Ci sono poi da affrontare tutta una serie di variabili di economia internazionale (dal rincaro dei costi energetici alle dinamiche derivate dallo scoppio della guerra in Ucraina) che influenzano anche il mercato del pomodoro da industria. 

Un aiuto, in quest’ottica, è arrivato dalla sottoscrizione di un prezzo di riferimento per il pomodoro da industria, la scorsa primavera dopo una lunga trattativa, a quota 150 euro/tonnellata. 

“Un valore frutto certamente di uno sforzo importante degli industriali – sottolinea Simone – che tiene conto degli elevati costi di produzione a carico di noi agricoltori. Una giusta remunerazione del pomodoro da industria è nell’interesse di tutti: se le aziende agricole sono equamente retribuite hanno maggiori possibilità di investimento e di miglioramento ulteriore di produzioni di qualità, a tutto vantaggio anche della componente industriale e del consumatore finale. 

Durante la contrattazione 2023 le Op e le associazioni di categoria hanno lavorato bene. L’auspicio è che anche per le campagne future si tenga conto di questi aspetti. Sarebbe il modo migliore, tra l’altro, per incentivare la crescita delle tante aziende condotte da giovani”. 

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