Luglio 2016
La stagione non aiuta. Per il pomodoro, si sa, ci vorrebbe il caldo. Ma sino a metà di giugno di caldo nella pianura padana ne ha fatto pochino e così in questi giorni i produttori di pomodoro devono lottare soprattutto contro le malattie che rischiano di compromettere parte del raccolto.
La semina del pomodoro in serra, a marzo, è curata dai vivaisti. Agli agricoltori spetta il compito del trapianto avvenuto, indicativamente, tra gli inizi di aprile e gli inizi di giugno con distinzione tra pomodoro precoce, la cui maturazione è prevista già a fine luglio, medio, da fine luglio ad inizio agosto, e tardivo, da fine agosto in avanti per rispettare le esigenze di trasformazione delle imprese.
“Ho trapiantato con una macchina automatica leggerissima, di appena nove quintali trainata da un trattore da 35 cavalli – spiega Ivano Bertozzi di Parma, un centinaio di ettari tra Colorno, Sissa Trecasali e il reggiano – disponendo una fila alla volta. Ho utilizzato un nuovo prodotto che ha un ottimo effetto starter e permette lo sviluppo di radici doppie o triple alla pianta. Viene distribuito da un computer per litri/ettaro in base alla velocità sostenuta”. Ma il clima, come detto, quest’anno non è stato un buon alleato. “Le malattie si stanno già sviluppando – spiega ancora Bertozzi – personalmente ho previsto turni di trattamento di tre giorni ed è necessario fare molta attenzione, da una ventina di giorni, al possibile sviluppo della batteriosi, a causa dell’anomalo andamento stagionale”.
“Il nostro prodotto matura soprattutto con il caldo – conferma Aldino Robuschi, che coltiva 40 ettari di pomodoro nella zona di Sorbolo – e fino ad ora di caldo non ce n’è stato. Le temperature basse favoriscono l’umidità e lo sviluppo dei funghi. In tanti hanno avuto attacchi di peronospora e di alternaria. La nostra produzione avviene secondo il principio della lotta integrata, con l’uso minimo di fitofarmaci e diserbanti, è ispirata al concetto della completa tracciabilità del prodotto ed è legata alla rotazione dei terreni, che si possono utilizzare al massimo per due anni con la coltura di pomodoro. L’obiettivo aziendale è quello di produrre un quantitativo di pomodoro sostenibile in termini di qualità e di costi. Tutti gli anni vengono introdotte nuove soluzioni, ma si punta soprattutto ad una varietà che permette di garantire un certo contrasto alle malattie, una buccia resistente del pomodoro e un elevato brix, il grado zuccherino. Operiamo cercando di garantire un ottimo prodotto alle industrie, a cui spetta poi il compito della trasformazione e l’impegno a mantenere inalterata quella qualità nel prodotto finito da immettere sui mercati”.