Luglio 2016
“Le acque delle Valli del Mezzano non contengono inquinanti derivati dalle lavorazioni agricole in quantità tali da sfiorare o superare i limiti di legge, ma sono nettamente al di sotto di tali limiti.
E l’allarmismo non solo è inutile perché crea paure ingiustificate nelle persone, ma colpisce un intero settore produttivo colpevolizzato ingiustamente di inquinare”.
È questo il commento, dati alla mano, di Stefano Calderoni – presidente provinciale di Cia – Agricoltori Italiani Ferrara, all’allarme lanciato il mese scorso da Legambiente nel corso della presentazione del Rapporto nazionale pesticidi nelle acque di Ispra (Istituto auperiore per la Protezione e la Ricerca ambientale).
“Abbiamo valutato con attenzione il Rapporto – spiega Calderoni – e pensiamo che sia uno strumento importante, perché la qualità delle acque va monitorata per segnalare eventuali situazioni di inquinamento delle acque superficiali. Ma le acque delle Valli del Mezzano non sono inquinate e certamente non a causa di sostanze fuori legge come Diuron e l’Atrazina. Possiamo affermarlo con certezza perché abbiamo commissionato nelle scorse settimane una serie di analisi negli stessi punti indicati da Legambiente, in particolare a Valle Lepri, e i risultati sono chiarissimi: i residui derivati da lavorazioni agricole sono assolutamente entro i limiti di legge. Questo significa che le acque delle Valli del Mezzano non sono pericolose per la salute e gli agricoltori non sono responsabili della perdita di biodiversità, riduzione della fertilità del terreno e dell’erosione del suolo, come affermato da Legambiente. Sono, invece, in prima linea per preservare il suolo, l’ambiente e la biodiversità, perché tutto questo fa parte del fare agricoltura”.
Nel dettaglio, le analisi chimiche sono state effettuate prelevando campioni di acqua in corrispondenza di Valle Lepri, dove il collettore Mezzano confluisce con il canale navigabile, quindi in un punto dove vengono raccolte le acque di scolo della fitta rete di fossi dove drenano le acque dei campi coltivati. Le acque sono state raccolte, inoltre, in un momento di particolare piovosità – la presenza di inquinanti aumenta con l’aumentare delle piogge, che fanno defluire maggiormente le molecole di pesticidi nei canali di scolo – e per tale ragione il campionamento e le analisi risultano molto significative, così come la negatività dei risultati.
I campioni sono stati poi inviati al Laboratorio Neotron di Modena che ha effettuato le analisi. “Non dovrebbero esserci – conclude Calderoni – polemiche tra agricoltori e ambientalisti, ma una collaborazione per raggiungere obiettivi che sono comuni e che fanno parte delle sfide di un’agricoltura che guarda al futuro: più sostenibile, etica e attenta al benessere delle persone, sia a livello produttivo che ambientale. Noi siamo per questo tipo di agricoltura e siamo aperti al confronto con chiunque affermi direttamente o indirettamente il contrario”.