Marzo 2014
c.f.
BOLOGNA – “In Emilia Romagna il lavoro di consultazione sul Piano di sviluppo rurale nelle sue linee guida è già terminato ed è in avvio la parte che porterà alla costruzione delle norme: Agrinsieme ha presentato una posizione unitaria in sintesi alla consultazione e credo che con il contributo dei territori si possa arrivare ad un parere condiviso nei prossimi passaggi nazionali”.
Antonio Dosi, coordinatore di Agrinsieme Emilia Romagna, ha aperto l’incontro “Botta e risposta sulla Pac” (moderato dal giornalista Lorenzo Tosi) organizzato a Bologna da Agrinsieme Emilia Romagna in collaborazione con New Business Media e al quale ha partecipato il presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo Paolo De Castro. “Sono quasi otto mesi che Agrinsieme si è costituita in Emilia Romagna e non sono mancate le occasioni per condividere percorsi e proposte, come la riflessione che abbiamo fatto, appunto, sulle scelte e le norme del Psr”, ha detto Dosi.
“La nuova Pac è frutto di un percorso di circa 2 anni – ha proseguito Dosi – e le novità, nel metodo, riguardano in particolar modo la ‘codecisione’ con l’assemblea del Parlamento europeo e la ‘flessibilità’ che lascia agli Stati membri la possibilità di scelta su 4 dei sette ‘strati’ che possono comporre i pagamenti diretti, adattando quindi la Pac 2020, nei limiti del possibile, alle proprie realtà. Pagamento di base, greening e aiuto supplettivo ai giovani sono gli ‘strati’ obbligatori, per gli altri (aree con vincoli naturali, accoppiato, redistributivo e piccoli agricoltori) sono facoltativi o si possono operare scelte diverse”.
Lo Stato, a giudizio del coordinatore di Agrinsieme, deve rapidamente concertare alcune scelte importanti “come la determinazione dell’agricoltore attivo oltre al tipo di convergenza, la soglia di accesso al premio e il tipo di regionalizzazione. Siamo in ritardo – ha infine concluso Dosi – e rischiamo di fare tutto in fretta senza il necessario confronto e analisi”.