Alessandra Giovannini
La vendemmia 2025 dovrebbe raggiungere i 47,4 milioni di ettolitri, con uve in salute che promettono un’annata molto buona o ottima in quasi tutte le aree e con punte di eccellenza. Queste le stime redatte da Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini.
La produzione potrebbe registrare un incremento dell’8% rispetto alla scorsa campagna, riportando i volumi in linea con la media degli ultimi anni dopo due annate particolarmente scarse (+2% sulla media 2024-2025). Un raccolto che conferma, quindi, il primato produttivo dell’Italia, seguita nella classifica globale dai competitor europei di Francia (37,4 milioni di ettolitri) e Spagna (36,8 milioni di ettolitri).
Dal punto di vista sanitario le uve si presentano in buone condizioni, grazie a una gestione agronomica attenta e scientifica, fondamentale in un contesto sempre più segnato da eventi estremi. La campagna vendemmiale è stata, infatti, preceduta da una fase di incertezza legata alla variabilità climatica estiva. Tuttavia, le buone riserve idriche accumulate durante l’inverno, una primavera mite e un’estate anticipata ma altalenante hanno favorito una vendemmia anticipata in molte aree e con una distribuzione temporale che si preannuncia lunga, soprattutto nel Mezzogiorno.
La maturità fenolica raggiunta in gran parte delle aree, unita al potenziale aromatico favorito dalle escursioni termiche di fine agosto, lascia intravedere vini freschi e longevi al Nord, profili netti ed equilibrati al Centro e rossi di struttura e carattere al Sud.