Novembre 2016
Emer Sani
RIMINI – Sono 56 le aziende agricole che nel riminese vendono direttamente al consumatore. Una “relazione” a filiera corta che ha un’infinità di vantaggi.
Dà la possibilità di conoscere la storia di alimenti di qualità, le persone che li hanno prodotti e i campi da cui provengono.
Garantisce inoltre prezzi equi correlati solo ai processi produttivi e non ai passaggi intermedi nella filiera.
Recandosi direttamente in azienda per acquistare i prodotti, il consumatore avrà l’occasione di conoscere da vicino l’imprenditore agricolo, l’attività che svolge, le tecniche di coltivazione e di allevamento animali, la cultura contadina, nonché godere del paesaggio agrario circostante, delle bellezze naturali e artistiche del territorio. Fare la spesa dal contadino riporta a storie che parlano di antichi mestieri e a relazioni autentiche, prima tra tutte quella tra l’uomo e la terra, e poi quella tra le persone.
Nelle aziende del riminese che vendono direttamente si trovano carni, verdure e ortaggi di stagione, frutta, anche in versione confetture e succhi da bere. Olio e sottolio, vini in bottiglia e sfusi, formaggi, ma anche fiori e piante ornamentali, aromatiche e officinali come nel caso della società agricola floricoltura Fabbri di Santarcangelo. O anche i vivai fratelli Ghiselli di Vergiano che vendono stelle di Natale e ciclamini. E ancora miele di ogni tipo, come nel caso dell’azienda agricola Dettori Angelo & c. di Montescudo che ne produce nelle varietà di agrumi, castagno, acacia, girasole, millefiori e in alcuni periodi persino di eucalipto. Dettori produce e vende anche pappa reale, polline e propoli. “La vendita diretta ha dei vantaggi, principalmente economici, ma comunque ha dei costi – spiega -, quantomeno per la tenuta dei locali adibiti allo smercio”. Tra i tanti mieli che produce Dettori c’è quello agli agrumi. “È ottimo da spalmare, di colore chiaro e profumato, è molto apprezzato dal consumatore: è fatto interamente da aziende biologiche. Praticamente portiamo gli alveari in sud Italia e li riportiamo in azienda alla fine della fioritura delle piante di agrumi, e facciamo il miele qua”. Stesso procedimento per il miele di girasole. “Portiamo gli alveari nel comune di Cingoli, in provincia di Macerata”.
Ha scelto la vendita diretta anche Filippo Cecchini sempre a Montescudo: “Si ha un riscontro economico leggermente maggiore ma si deve lavorare di più. Abbiamo più soddisfazione a livello lavorativo – prosegue Cecchini -, per lo meno non dobbiamo svendere i nostri prodotti alla grande distribuzione”. L’azienda tratta carni, vino e olio. “Produciamo tutto internamente, in filiera chiusa, i bovini razza Limousine nascono, crescono in stalla, e vengono macellati direttamente. È di nostra produzione anche tutto quello che mangiano: sui nostri terreni coltiviamo infatti fieno, orzo, favino, sorgo e mais”. L’olio extra vergine è prodotto dalle olive delle 1.200 piante di olivi di proprietà, “che poi imbottigliamo nel nostro laboratorio”. Un’altra modalità per incontrare direttamente i produttori è il mercatino a “km zero”.
Sono otto in tutta la provincia di Rimini gli appuntamenti settimanali con la vendita diretta, e sono a Novafeltria, Rimini, Riccione, Cattolica, San Giovanni in Marignano, Santarcangelo e Bellaria. Relazioni dirette si possono sviluppare poi con i Gas – Gruppi di acquisto solidali presenti sul territorio, per organizzare la fornitura dei prodotti con modalità concordate sulla base delle loro particolari esigenze.
Si concentra sugli ortaggi, che vende principalmente nei mercati, Andrea Fabbri. “Tutti gli ortaggi sono biologici, con la vendita diretta cerchiamo di dare un’ampia scelta di varietà. Più che altro ci dedichiamo ai mercatini in piazza a chilometri zero a Rimini e a Riccione, ma abbiamo anche uno spazio in azienda, nel quale vengono parecchi clienti che ormai ci conoscono da tempo. Per noi la produzione biologica di ortaggi è semplice farla, più che quella classica, infatti non occorre fare niente, ci pensa la natura. I contadini invece si ostinano a usare la chimica che non serve”. Anche Fabbri quindi dice no alla grande distribuzione. “Pretende ortaggi belli e precisi anche nel biologico. Questo è un controsenso che crea per noi dei problemi. Un bruco nell’insalata biologica è normale trovarlo. Per il prossimo anno stiamo lavorando alla realizzazione anche di un frutteto”.