Vino, l’effetto boomerang dei registri telematici

Luglio 2017

Cristiano Fini, vice presidente Cia Emilia Romagna

Il settore vitivinicolo nazionale sta attraversando un periodo di grandi cambiamenti. Il mercato del vino è meno stabile, soprattutto quello estero; 

le cause si possono attribuire alle scelte socio-economico-politiche di alcuni grandi paesi (ad esempio la Brexit) e all’altalena dei consumi interni al nostro paese che riguardano le diverse tipologie di prodotto. Parimenti, le copiose novità che interessano le cantine in materia normativa e burocratica sono oggi all’ordine del giorno delle attività degli operatori.

La trasformazione delle “quote vigneti” in autorizzazioni, il testo unico del vino e la dematerializzazione dei registri sono alcune novità introdotte in questi ultimi mesi e, possiamo tranquillamente affermare, che tali provvedimenti stanno lasciando, nel bene e nel male, il segno. Sul versante delle nuove autorizzazioni agli impianti di vigneto la difficoltà maggiore consiste nelle graduatorie; i criteri di assegnazione così come concepiti, nonostante gli sforzi della Cia nel modificarli, non danno soddisfazione alcuna alle esigenze delle imprese, perché concedono la possibilità di impiantare a vigneto solo piccole dimensioni di terreno, compromettendo la convenienza economica dell’investimento.

Rispetto al testo unico del vino, siamo di fronte ad una svolta per l’intero settore poiché potrebbe portare a quella semplificazione richiesta da tutti gli operatori vitivinicoli; il condizionale però è d’obbligo in quanto siamo in attesa di vedere i decreti attuativi, auspicando che siano esaustivi rispetto alle attese.

I contenuti del testo unico che possono contribuire a rafforzare la competitività del comparto vinicolo italiano sono la razionalizzazione e coordinamento dei controlli, la rivisitazione del sistema sanzionatorio, lo snellimento burocratico e la dematerializzazione dei registri. Contestualmente, in questi primi mesi dell’anno abbiamo fatto i conti con i registri di cantina telematici, vera e propria incognita che anziché semplificare il lavoro degli operatori rischia di rallentarne l’operatività. Infatti, il malfunzionamento della piattaforma informatica sta creando parecchi grattacapi agli imprenditori e agli uffici preposti al caricamento dei dati (peraltro il servizio viene svolto anche dal personale degli uffici Cia), i quali temono ritardi nell’attività produttiva, che possono aggravarsi durante la prossima vendemmia, rischiando di incorrere in assurde sanzioni (in proposito la Confederazione ha chiesto al Ministro Martina di tenere un approccio sensibile e pragmatico nei controlli).

Un anno quindi di fermento per il settore, dove la Cia come rappresentanza deve e sta facendo la sua parte sul campo e presso le Istituzioni competenti. Il panorama vitivinicolo regionale non è indenne da tali mutamenti e probabilmente riusciremo a comprenderne meglio gli effetti tra qualche mese.

Articoli correlati

Claudio Ferri

Non disperdere le forze

Claudio Ferri, direttore Agrimpresa Chi ha un ricordo delle trascorse assemblee congressuali Cia, a partire dai primi anni del 2000, probabilmente troverà qualche analogia tra l’appuntamento nazionale svolto nel 2004

Leggi Tutto »
Fini Cristiano

Massima allerta sulla peste suina

Cristiano Fini, Presidente Cia Emilia Romagna Un problema di ordine sanitario che rischia di provocare un danno irreparabile per il tessuto produttivo ed economico legato alla filiera suinicola, in particolare

Leggi Tutto »

Congresso Cia alle porte

Cristiano Fini, Presidente Cia Emilia Romagna Il 2022 sarà caratterizzato dai bandi regionali del Piano di Sviluppo Rurale (si tratta di circa 400 milioni di euro) e dal percorso per

Leggi Tutto »
WhatsApp chat

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella privacy policy. Clicca ok per proseguire la navigazione e acconsentire all’uso dei cookie.