Coltivare pomodoro? Sarà il mercato a stabilire se è ancora conveniente

pomodoro da industria

Giuseppe Romagnoli

DALLA REDAZIONE – “Coltivare pomodoro? Sarà il mercato a dire se sarà ancora conveniente, considerati i costi esorbitanti per produrlo, con il rischio che gli inevitabili aumenti che graveranno sui consumatori, rischino di ridurne il consumo”.

Fabio Girometta, presidente Cia di Piacenza, il pomodoro lo coltiva da sempre nella sua azienda agricola “San Mauro” in località “Costa” a Gragnano Trebbiense nel piacentino e spiega le sue impressioni sull’attuale campagna, fortemente preoccupato per la grave siccità che sta colpendo tutto il piacentino.

“Tutti – ricorda – abbiamo adottato le tecniche più moderne per produrre in modo sostenibile, ma anche con l’irrigazione a goccia rischiamo di non poter dissetare le piantine. I 37.500 ettari investiti nel Nord Italia dovrebbero – spiega – accontentare le fabbriche di trasformazione.
Nonostante le incertezze del momento, unite all’attrattività economica di altre colture che richiedono costi ed impegno più ridotti per gli imprenditori, la filiera del pomodoro da industria del Nord Italia conferma, anche per il 2022, il suo potenziale produttivo e soprattutto – rimarca Girometta -, la capacità di fare squadra grazie alle nostre associazioni di prodotto che, in modo trasparente, hanno saputo mantenersi compatte nelle trattative ed hanno saputo convincere i soci a contenere le superfici investite, favorendo un accordo soddisfacente sul prezzo, anche se ci rendiamo conto che gli aumenti ci sono stati per tutti (industria compresa) e ben consistenti.
La materia prima contrattata è, comunque, in linea con le richieste delle industrie e del mercato nazionale ed internazionale. Anche il pomodoro biologico conferma i quantitativi dello scorso anno, ma ora il rischio concreto è che sugli scaffali il prodotto possa aumentare del 50%”.

La produzione 2022, se non sarà intaccata dalle sempre possibili anomalie climatiche e dalla siccità, potrà confrontarsi positivamente con le potenzialità dei mercati, ma il condizionale è d’obbligo. “Certo, è positivo – sottolinea Girometta – la recente autorizzazione della Regione Emilia Romagna al prelievo in deroga dal fiume Trebbia nei comuni di Rivergaro e Gazzola in provincia di Piacenza, ma appare indispensabile una revisione razionale della gestione del deflusso minimo vitale dei fiumi e torrenti per conciliare, in presenza di disponibilità idrologica contenuta, i diversi fabbisogni prioritari.
Ma tutte le decisioni sul fabbisogno idrico hanno bisogno di una nuova politica organica che tenga conto delle necessità degli imprenditori agricoli che, ribadisco, sono il settore primario, strategico per la società.
Anche la recente guerra in Ucraina è l’ulteriore conferma che noi dobbiamo essere autosufficienti. Oggi – spiega il presidente Cia -, siamo nella fase di allegazione dei medi, c’è un’ottima situazione fitosanitaria, ma sono presenti numerosi acari ed il ragnetto rosso, per cui sono necessari adeguati trattamenti, compresi quelle con fitoseidi per il biologico.
Ma queste alte temperature rischiano di accelerare di molto la maturazione, con la necessità di anticipare l’apertura delle fabbriche già dalla seconda metà di luglio, nonché di “sballare” la programmazione dei conferimenti. Ma questo è ancora prematuro da ipotizzare.
Quello che è certo – conclude Girometta – è che gli imprenditori agricoli continuino ad affidarsi alle loro organizzazioni di prodotto (Asipo ed Aimpo) e all’Oi Pomodoro Nord Italia, che sono essenziali per le programmazioni e per garantire adeguati ricavi, anche se oggi è sempre più complicato, per tutti i ben noti fattori cogenti.
Il pomodoro del territorio piacentino è uno dei migliori d’Italia, frutto di una consolidata professionalità, di un territorio vocato che dà un prodotto, non solo di alta qualità, ma pure etico, dove non si sfrutta il lavoro e ci si affida sempre più alla tecnologia per la sostenibilità. Ma in questa situazione siamo costretti a “navigare a vista” e non è semplice per le aziende che devono programmare.
Per fortuna, facciamo parte di un sistema ben collaudato che ci aiuterà a superare anche questo momento, ricordando che, tutti insieme, siamo impegnati a superare le sempre più frequenti crisi idriche per realizzare, con i fondi Pnrr ed il Piano irriguo nazionale, i progetti dei Consorzi di Bonifica che possono ampliare lo stoccaggio e la disponibilità irrigua nei territori più problematici”.

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