Agosto 2016
Claudio Ferri
VIGNOLA – La progressione e la capacità produttiva di Paesi come la Serbia, appena oltre l’Adriatico, nei prossimi anni potrebbe diventare l’ennesimo competitore per la frutta estiva.
Con una radicata cultura nella coltivazione di drupacee, susine in particolare, i Paesi dell’est fanno sentire la loro voce sul piano produttivo: oltre a Spagna e Francia, tra non molto le susine della Serbia potrebbero arrivare sui nostri mercati. Secondo i dati elaborati dall’Ice su fonte Istat, infatti, nel 2014 la Serbia ha prodotto 400 mila tonnellate di susine (nel 2013 sono state 700 mila) prevalentemente di origine europea. Se storicamente quei frutti prendevano la destinazione dell’industria (distillerie in particolare), ora la capacità produttiva e organizzativa potrebbe dare luogo a crescenti approcci al mercato europeo del ‘fresco’, Russia compresa, assestando un colpo duro ai nostri produttori. Per il momento sono solo supposizioni e ipotesi che circolano tra gli addetti ai lavori, che in questi giorni stanno facendo le prime valutazioni su qualità e quantità delle susine e giudicano l’annata mediamente buona.
L’Emilia Romagna è la regione che rappresenta il 35% del potenziale produttivo della Penisola, per un totale di 4.500 ettari, a cui fanno seguito la Campania con 3.500 ettari, poi Basilicata, Lazio e Piemonte che hanno superato i mille ettari ciascuna investiti nella drupa.
“La produzione più strutturata la si trova in Emilia Romagna – afferma Andrea Bernardi, presidente del Consorzio della ciliegia e della susina tipica di Vignola – perche c’è un calendario di raccolta che copre tutte le fasce di mercato e assicura frutti per un lungo periodo di tempo, iniziando dalle varietà precoci fino a quelle tardive”.
Le superfici maggiori le esprime tuttavia la Romagna, che negli ultimi anni ha potenziato gli impianti ed ha investito in varietà come la fortune, l’angeleno (varietà tardiva che viene commercializzata anche in autunno inoltrato) e la T. C. Sun, “frutteti altamente specializzati e standardizzati – aggiunge Bernardi – che consentono di raccogliere grandi volumi di frutta. Quest’anno – conferma Bernardi – la produzione è medio – buona, con ottime aspettative del mercato e prezzi, nonostante la stagione sia partita leggermente in ritardo per via delle basse temperature. Ora il caldo, che fa aumentare i consumi di frutta, dovrebbe darci una mano”.
Come per altre colture estive, la Puglia e il basso Molise sono stati penalizzati dalla grandine che ha compromesso parte del raccolto, determinando una situazione critica per i produttori di quell’area. “Nel comprensorio di Vignola – conclude Bernardi – dopo varietà come goccia d’oro, dofi sandra, obilnaja e altre, sarà il momento delle varietà appartenenti al gruppo ‘black’, garantendo al consumatore una vasta gamma di susine di alta qualità”.