Ottobre 2016
Anna Bosi
L’agricoltura del futuro è il tema di Eima 2016. Un tema che sta a cuore a tutti gli agricoltori che si chiedono quali tecnologie contrassegneranno lo scenario agricolo dei prossimi anni e come cambierà il mondo dell’agricoltura.
Difficile fare previsioni con grandi certezze, ma certamente, considerata la velocità dei progressi della tecnologia, anche l’agricoltura così come gli altri settori, sarà oggetto di importanti innovazioni.
Guardando al passato, fino agli anni Novanta le innovazioni in agricoltura erano ancora in larga misura quelle relative all’uso di fertilizzanti, antiparassitari e ad altri input chimici. A partire dagli anni Novanta e successivamente negli anni Duemila l’apporto della genetica è stato percepito come decisivo per il futuro del settore primario. Parallelamente, la meccanizzazione ha sempre rappresentato un formidabile fattore d’innovazione e proprio nell’ultimo decennio si è posta, in molti casi, come l’alternativa alla chimica e alla genetica, lo strumento tramite il quale si possono ottenere incrementi di produttività con un impatto ambientale sempre più ridotto.
“Proprio per questo motivo, secondo Massimo Goldoni, presidente di Unacoma, il calo del mercato delle macchine agricole che si riscontra da ormai dieci anni nel nostro Paese è un fattore che indebolisce molto la competitività delle imprese agricole, che senza nuovi macchinari faticano a stare sul mercato”.
Cosa ci si aspetta dunque per il futuro?
“Nel campo della meccanica, risponde Massimo Goldoni, in futuro avremo una gamma sempre più ampia di mezzi e attrezzature, perché le differenti coltivazioni, le diverse condizioni pedoclimatiche e ambientali, le attività multifunzionali che si svolgono in ambiente rurale come le manutenzioni sul territorio, la gestione delle aree verdi anche nei contesti urbani e periurbani, richiedono mezzi meccanici sempre più specializzati. Avremo dunque un’innovazione tecnologica, consistente nel miglioramento degli attuali mezzi meccanici, ed un’innovazione tipologica, relativa a macchine del tutto nuove, progettate per funzioni specifiche”.
Informatica ed elettronica
“Le future innovazioni, aggiunge Goldoni, riguarderanno in misura enorme l’informatica e l’elettronica. Da vari anni l’informatica, l’elettronica applicata e i sistemi satellitari rappresentano un fattore di sviluppo fondamentale nella meccanica agricola. Il fatto di controllare le funzioni in modo sempre più preciso e puntuale e la possibilità di monitorare ogni lavorazione consentono di realizzare un’agricoltura sempre più scientifica, eco-compatibile e sicura per gli operatori”.
“Mentre i sistemi satellitari forniscono informazioni fondamentali per la gestione e la guida ottimizzata della trattrice, le tecnologie Isobus regolano il comportamento delle attrezzature e i sistemi di sensori a terra consentono di monitorare i fattori ambientali, facendo del campo agricolo un’area perfettamente controllabile, una sorta di stabilimento produttivo a cielo aperto”.
Le aziende agricole del futuro
Tutto questo avrà ripercussioni anche sulle aziende agricole, inevitabilmente destinate ad essere coinvolte nel processo di cambiamento.
“L’assetto che le aziende agricole avranno in futuro, commenta Goldoni, non è certamente univoco, perché avremo tipi di agricoltura molto diversi, da quella delle grandi commodities a quella delle produzioni di nicchia, da quella multifunzionale a quella destinata a funzioni sociali. In generale, lo sviluppo delle tecnologie informatiche, abbinato alla robotica, ai droni e ai sistemi di rete permetteranno il controllo delle operazioni colturali da postazione remota, e in molti casi l’azienda agricola potrà essere interamente gestita da macchine intelligenti, programmate per svolgere ogni tipo di operazione senza bisogno dell’uomo, intervenendo in modo autonomo con un grado di precisione che fino a poco tempo fa avremmo ritenuto impossibile per una macchina”. Un altro aspetto dell’innovazione, secondo Goldoni, riguarda la semplificazione della gestione aziendale come conseguenza delle nuove tecnologie.
Le innovazioni tecnologiche tendono, infatti, ad offrire, nel tempo, modalità di gestione sempre più semplificate, per cui alcune operazioni che inizialmente richiedono competenze specifiche possono divenire sempre più facili per gli operatori. “Questo – aggiunge Goldoni – non significa che l’agricoltore o il contoterzista possano restare passivi aspettando che la tecnologia venga loro incontro. Anzi, sappiamo che il profilo professionale degli operatori agricoli è in costante evoluzione e il ricambio generazionale in atto nel settore a livello europeo darà una forte spinta in questo senso”.
Contoterzisti in prima linea
Alla base di un’evoluzione dell’agricoltura finalizzata all’innovazione tecnologica, secondo Massimo Alberghini vicepresidente nazionale di Apima, prima ancora delle aziende agricole ci sono i contoterzisti.“Se si considerano le dimensioni medie delle aziende agricole nel nostro paese – afferma Alberghini – oggi le possibilità di investimento nell’innovazione sono molto ridotte. Ciò premesso, anche se un agricoltore è in grado di sostenere l’investimento in una nuova tecnologia, l’innovazione rimane comunque all’interno della sua azienda agricola. Quando è invece il contoterzista ad investire vengono moltiplicate le possibilità di diffusione, poiché allargate a tutte le aziende agricole che ne fruiscono”.
“Questo, continua Alberghini, è un concetto molto importante, perchè agevolando gli investimenti dei contoterzisti in nuove tecnologie lo scenario agricolo potrebbe rapidamente cambiare e fare sì che le aziende agricole diventino più competitive sul mercato, con produzioni di alto livello qualitativo”.
“Il contoterzista che si presenta ai propri clienti con dei plus tecnologici, aggiunge Alberghini, ha inoltre molte più possibilità di successo rispetto a chi propone le tecnologie tradizionali”.
“Le innovazioni tecnologiche, prosegue, riguardano diversi aspetti, dall’agricoltura di precisione con l’evoluzione dei sistemi Gps, ai software di gestione, dalle innovazioni meccaniche relative alla ratio variabile fino alla mappatura degli appezzamenti e alla rilevazione dello stato colturale attraverso i droni”.
Occorrono politiche a lungo termine
Ma se, come sta accadendo oggi, i prezzi delle produzioni rimarranno bassi ed incerti, come sarà possibile da parte delle aziende agricole sostenere i costi dell’innovazione?
“Innovazioni di questo tipo, risponde Massimo Goldoni, sono frutto di un andamento evolutivo che prescinde dall’attuale livello dei redditi agricoli. In effetti, i bassi prezzi delle derrate agricole sono la causa del calo degli investimenti nella meccanizzazione, che si registra in questo momento in molti Paesi, ed è probabile che la ripresa delle quotazioni dei prodotti agricoli possa dare nuovo impulso al mercato. Ma se vogliamo un’agricoltura altamente tecnologica occorre uscire dalle variabili congiunturali ed impostare politiche di lungo termine che sostengano il mercato e che finanzino anche la ricerca, garantendo così alle industrie costruttrici condizioni di maggiore stabilità, con la possibilità di pianificare efficacemente i propri investimenti in ricerca e sviluppo”.
Industria e innovazione
Parallelamente a queste tendenze c’è, infatti, in un’industria che si sta sforzando di trovare nuove soluzioni da proporre all’agricoltura. “In epoca contemporanea, commenta Goldoni, l’industria esiste solo se è in grado di fare innovazione, e nel nostro settore questo imperativo è sentito in modo anche maggiore perché l’ambiente agricolo presenta esigenze, condizioni di lavoro e variabili ambientali talmente differenziate da richiedere soluzioni sempre più ingegnose e sofisticate. Il punto critico è nel fatto che, a parità di investimento in ricerca e sviluppo, il settore della meccanica agricola ha dimensioni molto limitate rispetto a quello dell’automotive, che realizza una produzione su larga scala e può dunque ammortizzare i costi per la ricerca sui grandi numeri. Per questo insistiamo sulla richiesta che il Governo possa tornare a finanziare la ricerca con programmi pubblici di ampio respiro. Gli ultimi piani nazionali per il settore risalgono agli anni ’80 e dall’epoca le nostre industrie hanno dovuto lavorare esclusivamente sulle proprie forze”.
Entro dieci anni l’Agricoltura 4.0
Se prevedere quali saranno le tecnologie del futuro è relativamente semplice, lo è meno fare delle previsioni sui tempi previsti per l’affermazione delle innovazioni tecnologiche.
“Le innovazioni tecnologiche, spiega Goldoni, hanno a volte tempi di gestazione lunghi e tempi di diffusione relativamente rapidi. Il caso dei droni cui facevo riferimento è solo un esempio, ma emblematico. Fino a pochi anni fa si trattava di una tecnologia di derivazione militare molto esclusiva e inaccessibile per utenti comuni; oggi non c’è una fiera dell’agricoltura nella quale i droni non vengano presentati e acquistati da agricoltori di aziende grandi e piccole. Penso che entro i prossimi dieci anni vedremo maturare la cosiddetta Agricoltura 4.0”.
L’Italia in pole position
Nel settore della meccanica agricola l’industria italiana occupa un posto di primo piano a livello mondiale. Negli ultimi anni la fabbricazione di macchine agricole si è diffusa in molti Paesi emergenti, come l’India, la Cina, la Corea, la Turchia ed altri, ma in termini qualitativi il made in Italy mantiene un primato proprio per la capacità d’innovazione e per l’attitudine a realizzare macchine ed attrezzature affidabili ed efficaci per ogni tipo di lavorazione. Macchine, potremmo dire, personalizzate sulle esigenze degli utenti e dei tipi di agricoltura praticati nei diversi Paesi.