Gennaio 2017
SERRAMAZZONI – Lupi selvatici e lupi ibridi: l’Appennino offre un ventaglio di specie animali molto ampio, tant’è che il Servizio Cites di Roma del Comando Unità Tutela Forestale Ambientale ed Agroalimentare Carabinieri (Cutfaa) ha concluso una indagine sul traffico illegale di lupi selvatici usati per incrociare la pregiata razza Cane da Lupo Cecoslovacco.
Sono stati eseguiti 229 sequestri di ibrido tra cane e lupo selvatico in tutta Italia ed è stato coinvolto anche un allevamento di Serramazzoni.
I Carabinieri forestali specializzati nel controllo del commercio di specie tutelate, hanno quindi ‘messo mano’ su cani incrociati con lupo e dei relativi pedigree che ne attestavano falsamente la purezza ed il pregio. Molti appassionati avevano acquistato questi soggetti a prezzi esorbitanti, fino a 5.000 euro ad esemplare.
I ‘veri’ lupi in questione venivano prelevati illegalmente nella zona dei Carpazi, nei paesi scandinavi o in Nord America per essere incrociati, con cani da Lupo Cecoslovacco selezionati, per ottenere un patrimonio genetico nuovo e capace di dare origine a esemplari di grande bellezza e più resistenti a disfunzioni e malformazioni ossee. Ciò in violazione dei disciplinari stabiliti dall’Ente nazionale della Cinofilia italiana.
L’attività fraudolenta era possibile dichiarando il falso nelle certificazioni ufficiali Enci e truffando gli ignari acquirenti i quali, in aggiunta al raggiro, si sono trovati spesso in casa animali dalle potenziali caratteristiche aggressive.
L’attività in passato si è concentrata sul l’allevamento ‘Passo del Lupo’, specializzato in cani da Lupo Cecoslovacco, appunto, da cui generazioni di cani ibridati si sono diffuse in tutta Italia e all’estero. Nella Penisola è proibito l’accoppiamento di animali domestici con quelli selvatici ed è vietato detenere lupi fino alla quarta generazione, in assenza delle prescritte autorizzazioni poiché considerati specie protetta dalla Cites.
I Carabinieri segnalano inoltre il potenziale inquinamento genetico sulle popolazioni di lupo selvatico italiano, per la diffusione accidentale di alcuni di questi cani incrociati, talvolta abbandonati dagli stessi allevatori incapaci di gestirne l’aggressività e che si possono riprodurre con i lupi in ambiente naturale. Questo è un ulteriore elemento di rischio per le aree appenniniche, in cui già i lupi selvatici mettono a dura prova gli allevatori che devono proteggere dalle aggressioni le loro greggi.