Agricoltore custode dell’ambiente? Sì

Stefano Francia

Stefano Francia, Presidente Cia Emilia Romagna

Pochi giorni prima di andare in stampa è stato approvato alla Camera dei deputati il decreto Milleproroghe che ha in sé alcune importanti novità. In una breve elencazione si dà gambe all’esonero dell’Irpef, alla proroga del termine per la revisione delle macchine agricole immatricolate prima del 1984, provvedimento che è stato rinviato però, a fine 2024. Sempre in tema di mezzi agricoli, scatta un’altra proroga per l’assicurazione Rca per macchine che non circolano su strade di uso pubblico. 

Troviamo, inoltre, un incremento di 4 milioni di euro per il fondo pesca e acquacoltura come anche una proroga del periodo transitorio dell’operatività del nuovo sistema di identificazione  e registrazione degli operatori e degli animali. Sicuramente sono buone notizie, risultati raggiunti anche grazie a uno stretto contatto tra Cia e istituzioni. 

Un altro segnale positivo è l’aumento della contribuzione pubblica sulle polizze a tutela delle imprese dagli eventi catastrofali.

Il provvedimento darà una mano agli agricoltori a far fronte ai costi necessari alla gestione del rischio in loro favore, una disposizione fondamentale dopo il susseguirsi di gravi emergenze meteoclimatiche che hanno colpito pesantemente anche l’Emilia Romagna. Con il cambiamento climatico in atto, infatti, è indispensabile far ricorso a strumenti assicurativi per garantirsi da compromissioni del reddito aziendale causate dagli eventi avversi.

Poi c’è il via libera definitivo al Disegno di Legge che punta a riconoscere gli agricoltori come custodi di territorio e ambiente.

Formalizzare il profilo ed il ruolo dell’agricoltore custode è un atto fondamentale per valorizzare e promuovere le molteplici attività del settore a tutela dell’ambiente e del territorio, un principio sottolineato e più volte auspicato dalla Confederazione perché gli imprenditori non sono inquinatori seriali ma garantiscono un presidio insostituibile dal punto di vista ambientale, come certifica anche questo provvedimento.

Il ruolo del ’primario’ non è solo quello di produrre cibo sano e sicuro per tutti, ma anche di assicurare la tenuta e lo sviluppo delle aree interne, salvaguardare il suolo e i territori contro il dissesto idrogeologico, gestire le risorse idriche, produrre energia da fonti rinnovabili, difendere il paesaggio e la biodiversità.

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