Luca Brigo
Sfumata definitivamente l’ipotesi di una vera e propria riforma delle pensioni nel 2024, legata alle scarse risorse finanziarie a disposizione, il Governo ha lavorato e previsto comunque la proroga e la modifica di alcuni trattamenti pensionistici agevolati attualmente operativi, per evitare una applicazione integrale alla Legge Fornero (art. 24 DL 201/2011).
Osserviamo le principali proposte presentate dopo il via libera dal Consiglio dei Ministri al disegno di legge di Bilancio per il 2024:
– Anticipato il conguaglio legato alla rivalutazione delle pensioni già a partire da novembre.
Di seguito lo schema sintetico degli aumenti previsti:
- 100% per gli assegni fino a 4 volte il T.M. fino a 2.100
- 85% per gli assegni compresi tra 2.100 e 2.625 euro,
- 53% per le pensioni tra 2.626 e 3.150 euro;
- 47% tra 3.151 e 4.200 euro,
- 37% tra 4.201 e 5.250 euro
- 32% negli assegni oltre 5.251
Per quel che riguarda i canali di pensionamento è stato anticipato che:
– quota 103 verrà rimodulata elevando i requisiti di età anagrafica fermo restando i requisiti contributivi (estensione al solo 2024 con 63 anni di età e almeno 41 di contributi)
– Ape sociale e Opzione donna dovrebbero confluire in un nuovo strumento in fase ultimativa di elaborazione che dovrebbe consentire di andare in pensione a 63 anni con 36 anni di contributi per caregiver, disoccupati, lavori gravosi e disabili mentre con 35 anni di contributi per le donne e 61 anni di età ma con riduzione di 1 anno per ogni figlio fino al raggiungimento minimo di età a 59 anni.
Tema che è stato particolarmente evidenziato è poi quello delle pensioni dei giovani “contributivi” con riferimento ai quali dovrebbe essere rivisto il requisito per accedere al trattamento previdenziale. Va ricordato come attualmente sono previste specifiche soglie reddituali per l’accesso alla pensione anticipata (è necessario che l’importo sia superiore a 2,8 volte l’assegno sociale) e alla pensione di vecchiaia (superiore a 1,5 volte pensione sociale). Ad oggi non esclusa la possibilità di “prolungare” le finestre in uscita pensionistica dagli attuali 3 mesi a 6 per i dipendenti privati e pubblici, 6 mesi per il comparto pubblico, 9 mesi per i lavoratori autonomi. Per il biennio 2024/2025 reintrodotta la possibilità per soggetti neo-assicurati dal 01/01/1996 di riscattare fino ad un massimo di 5 anni non coperti da altra contribuzione obbligatoria e deducibilità fiscale del provvedimento.
Rimaniamo comunque in attesa di eventuali modifiche e/o integrazioni in fase di approvazione del Decreto. Prossimamente analizzeremo i provvedimenti così come riportati nel testo definitivo.