E-commerce: c’è ancora spazio per conquistare visibilità sul mercato

Gennaio 2017

BAGNACAVALLO (Ravenna) – Dall’introduzione del professor Maurizio Canavari (dip. Scienze agrarie Università Bologna) su evoluzione e prospettive dell’e-commerce in agricoltura, è emersa la dimensione di ‘isolamento’ nella quale rischiano di trovarsi coloro che ne restano fuori.

La discussione della tavola rotonda, dal canto suo, ha svelato che l’e-commerce in agricoltura è un tema quanto mai aperto. Le questioni legate ai prodotti agricoli sono tante: conservazione, confezionamento e imballaggi, tempi di spedizioni o modalità di ritiro, metodi di pagamento, ma anche come conciliare la necessità del contatto fisico fra produttore e consumatore, per l’importanza che il consumatore conosca la campagna, il territorio d’origine, e realizzi un acquisto consapevole, anche con l’ordinazione a distanza.

Gli studi e i dati disponibili sull’e-commerce ci dicono che si tratta di un mondo ancora da esplorare, anche in provincia di Ravenna: su un panorama di circa 40 mila imprese presenti nel territorio, 103 risultano essere le aziende che utilizzano esclusivamente l’e-commerce, 309 quelle che lo utilizzano in affiancamento alla vendita tradizionale (dati Cciaa Ravenna): l’1% del totale, come ha specificato Paola Morigi, Segretario generale della Cciaa di Ravenna. I dati suggeriscono che “ancora per qualche anno c’è spazio per conquistare una giusta visibilità in questo ambito – come ha sottolineato anche Stefano Francia, coordinatore Agia Romagna, vice presidente Cia Ravenna – si tratti di singole imprese o di aggregazioni di aziende e non solo per gli agricoltori under 35”.

L’esperienza dell’e-commerce è un passaggio che i tempi per lo meno invitano a prendere in considerazione e Claudio Ferri, direttore Agrimpresa Magazine, ha ribadito come l’impegno che Cia ha iniziato ad affrontare sin dai primi anni 90, con ‘La spesa in campagna’ “sia un percorso da non abbandonare, non facile, ma la strada è quella giusta”. Agricommy, il primo consorzio agri-digitale realizzato da Cia con Amazon, ne può essere una dimostrazione.

Ha invitato alla prudenza e alla gradualità Ramon Colombo (Web Agency Verdelite), che ha sottolineato come gli strumenti di cui ci si dota diventano servizi per l’utente finale e una volta adottati vanno gestiti. Vede difficilmente realizzabile l’e-commerce intrapreso da aggregazioni di imprese.  

Massimiliano Fabbri ha spiegato che l’Azienda agricola Trerè utilizza l’e-commerce principalmente per i servizi legati all’agriturismo, ma vende on-line anche il proprio vino. “Finché la transazione è fra noi e i distributori non ci sono particolari problematiche, ma già nel momento in cui sono i privati a comprare on-line le cose cambiano e diventano pressoché impraticabili nel momento in cui i privati in questione sono stranieri”.

Pamela Scardovi, dell’Azienda agricola Il Buonlatte, utilizza l’e-commerce come rafforzativo della vendita tradizionale, come opportunità per moltiplicare la visibilità e offrire un servizio in più ai clienti e lo ritiene uno dei tanti volti dell’agricoltura del futuro. Il Buonlatte offre anche la possibilità con l’e-commerce di fare ordini on-line e di ritirare i prodotti, già pagati anticipatamente con bonifico, ai mercati.

Stefano Savini dell’Azienda Savini Vivai ha studiato da solo come risolvere il problema dell’imballaggio per proteggere la delicatezza della merce da lui trattata. Fatica e pazienza che non lo hanno scoraggiato, tant’è che continua ad investire nell’e-commerce con risultati soddisfacenti.

Previsioni puntuali, soprattutto sui tassi di penetrazione, sono complicate da realizzare anche da parte degli analisti del settore: esistono variabili difficilmente controllabili come l’evoluzione dell’offerta e la scelta dei singoli attori.
I consumatori, ‘Millenials’ compresi, acquisteranno solo on-line? O continueranno anche a recarsi nei punti vendita fisici cercando, oltre al rapporto qualità/prezzo, professionalità e gentilezza nei contatti umani con gli addetti alla vendita?

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