Maggio 2016
Nel nuovo Pan, Piano di azione nazionale per l’uso sostenibile degli agro farmaci, emergono diverse problematiche in merito all’applicazione delle procedure da questo richieste.
La Cia di Ravenna, analizzando la normativa, ha rilevato una serie di elementi che impattano fortemente con il settore produttivo, in particolare per tutte le aziende agricole in Agricoltura integrata obbligatoria e per quelle che verranno finanziate dal nuovo Psr nella misura 10 su Agricoltura integrata volontaria.
I nodi cruciali sono diversi. Innanzitutto, spesso non esistono prodotti fitosanitari per le colture sementiere (orticole minori, in particolare). Diverse difficoltà derivano dalle indicazioni sulle distanze minime di rispetto per l’effettuazione dei trattamenti e altre ancora dalle indicazioni in etichetta. In specifico, per quanto riguarda l’etichetta le problematiche riguardano sia le indicazioni delle distanze minime di rispetto per altre colture, sia quelle delle dosi di utilizzo del prodotto. Seguendo le indicazioni delle distanze minime si possono creare aree in cui è impossibile trattare e, per le aziende di piccole dimensioni con appezzamenti frazionati, potrebbe diventare addirittura impossibile effettuare certi trattamenti. Le dosi in etichetta sono indicate in maniera diversa da prodotto a prodotto: in alcuni è riportata una dose secca per ettaro, in altri vi è una dose minima e una massima. Le interpretazioni in merito non sono univoche e, inoltre, in entrambi i casi non c’è possibilità di ridurre il quantitativo distribuito sotto al limite minimo, anche quando vi sono riscontri di efficacia.
Altre difficoltà sono inerenti l’utilizzo di macchine con recupero della miscela, di nuova generazione: queste riescono ad effettuare i trattamenti con un volume veramente minimo, nel pieno rispetto dell’ambiente, che non consente però di utilizzare la dose piena del principio attivo prevista in etichetta, in quanto una soluzione così concentrata creerebbe seri problemi di fitotossicità con grossi danni produttivi.
Tutto ciò rende estremamente complicato il lavoro sul campo, ma anche la compilazione del quaderno di campagna che deve riportare la realtà dell’operato, pena una possibile denuncia per malafede come prevede il nuovo Psr.
A queste si aggiungono altre problematiche quali quelle dei prezzi dei fitofarmaci, diversi da un Paese all’altro e la registrazione, in ogni singolo Paese, solo dei prodotti ritenuti a quel Paese convenienti.
Cia Ravenna ritiene che tali questioni siano state sottovalutate da tutti i soggetti, Ministero in testa, così come accaduto più recentemente con il Pai. L’applicazione fedele di tutte le regole del Pan sembra una missione sempre più impossibile e Cia Ravenna ritiene auspicabile l’organizzazione di incontri, almeno in sede regionale, al fine di individuare delle linee guida anche sui controlli.
Linee guida alle quali si dovranno attenere i controllori, e in base alle quali le aziende potranno meglio valutare i propri orientamenti.