Flavescenza dorata, istituito un Tavolo operativo permanente per contrastare la malattia che da numerosi anni sta provocando una morìa dei vigneti

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MODENA – “È una iniziativa che ci auguriamo contribuisca a risolvere un problema che ci preoccupa da anni e che ormai deve essere coordinato e seguito anche dalle istituzioni perché ha una valenza nazionale”.
Lo dice Alberto Notari, vice presidente di Cia Emilia Romagna che ha partecipato, assieme al direttore regionale Gianni Razzano, ad un incontro sui gravi danni che sta arrecando alla viticoltura la flavescenza dorata.

A Modena, nei giorni scorsi è stato infatti istituito un tavolo operativo permanente, aperto a tutto il territorio regionale, a cui hanno partecipano i rappresentanti dei Consorzi, i viticoltori e tutte le organizzazioni professionali per monitorare la situazione e rafforzare le misure di contrasto. La riunione si è svolta nella sede del Consorzio di tutela del Lambrusco.

“Da tempo avevamo ravvisato la necessità di istituire un coordinamento per risolvere un problema tenuto sotto controllo per almeno 20 anni, ma riesploso nelle ultime due vendemmie ed ora quasi fuori controllo – osserva ancora Notari – e che sta causando perdite economiche ingenti.
Vanno trovate al più presto soluzioni tecniche e ci aspettiamo provvedimenti che vadano a compensare le perdite economiche dei viticoltori”.

Notari, nel corso dell’incontro, ha ringraziato il presidente del Consorzio del Lambrusco, Claudio Biondi, che ha coordinato la riunione. Erano presenti, tra gli altri, l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi ed i servizi tecnici regionali.

Notari, vice presidente Cia Emilia Romagna: “Da tempo avevamo ravvisato la necessità di istituire un coordinamento per risolvere un problema che c’è da almeno 20 anni”

Nel corso della giornata è stata condivisa una strategia comune per affrontare il problema che, in analogia al resto del Nord Italia, sta marcando una rilevante recrudescenza in tutte le province dell’Emilia Romagna, in pianura e in collina. “In uno scenario analogo – ha detto Mammi – si rende necessario rinforzare le azioni di contrasto e di contenimento con un Piano triennale che intensifichi i monitoraggi annuali, coordini le attività necessarie e sia correlato a quanto attuato dalle Regioni coinvolte nell’emergenza e a quanto sarà disposto a livello nazionale”.

Per l’Emilia Romagna, è stato detto, deve essere strutturato un coordinamento interregionale con le altre regioni colpite da flavescenza dorata come Friuli Venezia-Giulia, Veneto e Piemonte e in stretto raccordo con il Mipaaf, per promuovere misure per la prevenzione delle infestazioni e dare supporto alla filiera viticola danneggiata, attraverso risorse necessarie a indennizzare i viticoltori colpiti e a promuovere l’estirpo dei vigneti e il loro reimpianto.

Nel frattempo la Regione Emilia Romagna ha portato all’ordine del giorno della Commissione nazionale politiche agricole della Conferenza Stato Regioni, le grosse criticità causate dalla flavescenza, trovando l’attenzione delle altre Regioni coinvolte e ha scritto al ministro delle Politiche agricole e agroalimentari.

“Va poi rafforzata l’attività di controllo sul territorio – hanno indicato i tecnici regionali – per far estirpare tempestivamente tutte le piante sintomatiche che costituiscono il bacino dell’inoculo nei vigneti in produzione e in quelli incolti o abbandonati”, hanno indicato i tecnici regionali. Un’attenzione specifica va rivolta al monitoraggio territoriale delle popolazioni dell’insetto vettore della malattia al fine di perfezionare le strategie di contenimento che dovranno poter contare su trattamenti di sicura efficacia anche prevedendo nel breve periodo usi eccezionali di principi attivi.

“La Regione – ha detto ancora Mammi – metterà il massimo impegno per modificare la proposta di una nuova regolamentazione dell’uso dei fitofarmaci in via di adozione che dovrà tenere conto della necessità ineludibile di difendere le produzioni agricole”.

Infine, è stata ribadita la necessità di una maggiore formazione e sensibilizzazione per chi si occupa della gestione dei vigneti, per diffondere le corrette pratiche fitosanitarie da adottare a partire dagli interventi sulle barbatelle (le piantine di vite da impianto), che devono essere assolutamente sane, e certificate consigliando vivamente l’uso di materiale vivaistico termotrattato.
I tecnici hanno poi rimarcato che va posta attenzione alla ricerca che punti anche alla individuazione di nuove strategie di difesa e di contrasto alla malattia, anche attraverso la sperimentazione di nuovi formulati.

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