Produzione bassa ma non disastrosa per il miele dell’Emilia Romagna

produzione miele

Alessandra Giovannini

In Emilia Romagna miele di qualità eccellente ma con una produzione in calo del 35%. Rese basse, dunque, ma non disastrose, se pensiamo allo scorso anno dove è andato perso il 95% del prodotto.
Tutta colpa del clima pazzo che ha visto siccità e, in alcuni casi, nubifragi.

“A parte una primavera che è andata abbastanza bene, diciamo discreta -, precisa Giorgio Baracani vicepresidente di Conapi, il maggiore consorzio italiano di apicoltori e apicoltore lui stesso a Castel Guelfo -, l’estate è stata tremenda. Andando nel particolare, un po’ di soddisfazione per il miele di acacia, soprattutto nel piacentino, il tiglio è stato praticamente assente, discreta la produzione del castagno, da scadente a più che sufficiente a seconda delle zone e delle altezze, meglio in alto e peggio in basso dove la fioritura ha risentito del caldo, molto male la produzione di millefiori. Soliti problemi: troppo caldo, troppo secco e, quindi, fioriture che non danno soddisfazione.

Le api, in questo momento, non sono malvagie, potrebbero avere bisogno di qualche integrazione per l’inverno ma la situazione non è come lo scorso e si spera che le piogge di questi ultimi giorni risvegli le fioriture di edera in modo che, almeno in media collina, gli alveari riescano a fare scorta per arrivare a primavera”.

La situazione del mercato. “C’è tanta incertezza – continua Baracani – data da una partenza buona e, quindi, un’aspettativa di prodotto sul mercato, però, d’altro canto, certi canali commerciali, compresa la Gdo, sono abbastanza in crisi, come il biologico, con un aumento delle materie prime. Il miele, poi, non è sicuramente tra i prodotti indispensabili e, quindi, è tra quei settori che, in questo momento, risente di maggiori problemi”.

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