Miele, il 2021 riserva brutte sorprese

foto Diego Monfrino

Alessandra Giovannini

DALLA REDAZIONE – “Le intense gelate che si sono verificate all’inizio del mese di aprile e l’andamento meteorologico sfavorevole che ha caratterizzato il mese di maggio con basse temperature notturne e vento persistente, hanno compromesso irrimediabilmente le principali produzioni primaverili”.

La situazione è presentata da Giancarlo Naldi, direttore dell’Osservatorio nazionale miele. I danni causati dalle gelate dell’8 e del 9 aprile hanno riguardato non solo le acacie in fase di germogliamento in gran parte del territorio nazionale, ma anche altre specie vegetali che avevano già sviluppato le prime gemme o erano in fioritura come il ciliegio, melo, erica, con severe ripercussioni sui raccolti del mese di maggio.

“Le acacie risparmiate dal gelo – continua Naldi -, sono fiorite in ritardo rispetto alla norma, e spesso in modo disomogeneo con infiorescenze rade, distribuite soprattutto nelle parti alte delle piante.
Anche dove la fioritura è stata abbondante, la resa in nettare è stata scarsa e l’attività delle api bottinatrici è stata ostacolata da una combinazione di fattori, basse temperature, soprattutto le minime notturne, venti secchi da sud-ovest, anomali per intensità e durata”.

I raccolti di miele di sulla, essenza primaverile a fioritura tardiva che rappresenta una produzione importante anche per l’Emilia Romagna, sono ancora in corso.
“A causa del meteo incostante anche sul finire del mese – aggiunge il direttore dell’Osservatorio -, le rese stimate al momento sono piuttosto disomogenee e inferiori alle attese ma è ancora presto per tirare le somme. L’assenza quasi totale di produzioni primaverili significative, come l’acacia per il nostro territorio, e quindi i mieli che determinano il reddito delle aziende apistiche italiane, unita alla necessità diffusa su quasi tutto il territorio nazionale di alimentare le api con ogni mezzo, sciroppi zuccherini, candito, miele reimpiegato per salvarle dalla morte per fame, rendono lo scenario apistico 2021 piuttosto drammatico con il rischio diffuso di perdita di aziende e patrimonio. Si stanno configurando quindi per il settore, le condizioni tipiche dello stato di calamità naturale sulla generalità del territorio nazionale. Insieme ad Ismea forniremo a breve i dati quantitativi per la mancata produzione e la stima della perdita di reddito considerando anche i costi sostenuti per la nutrizione di soccorso”.

Nella provincia di Piacenza, è stato possibile produrre circa 6 kg/alveare di acacia mentre nella provincia di Bologna le rese stimate non superano i 2-3 kg/alveare.
Nonostante una discreta fioritura, condizioni di basse temperature e vento forte per molte giornate consecutive, hanno ostacolato l’attività delle bottinatrici, rallentato lo sviluppo delle famiglie e compromesso i raccolti. Insignificanti le produzioni di tarassaco e millefiori primaverile. Sono in corso i raccolti di sulla e di coriandolo in ristrette zone vocate.

foto Diego Monfrino

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