La Politica agricola comune si tinge di verde

nuova Pac

Claudio Ferri

Il verde, inteso come approccio sostenibile dell’agricoltura, è il denominatore comune della nuova Politica agricola comunitaria (Pac): agricoltura più pulita, attenzione al cambiamento climatico, un sistema produttivo che sia più rigoroso nei consumi energetici e attento nell’impiego della chimica per coltivare.
È questo in sintesi l’impianto della Pac per il periodo 2023 – 2027 che il Consiglio europeo ha formalmente adottato e che intende rafforzare il contributo dell’agricoltura agli obiettivi ambientali e climatici dell’intera Unione europea, fornendo un sostegno più mirato alle aziende agricole.

Il nuovo impianto punta, quindi, alla ‘transizione verde’, quello che viene chiamato Green New Deal, che intende promuovere l’impegno dell’Unione europea a favore del clima e dell’ambiente, con l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 nel rispetto dell’accordo della COP21 di Parigi che prevede, tra l’altro, la riduzione delle emissioni di gas climalteranti.
La strategia chiamata “dal produttore al consumatore” (Farm to fork) e quella sulla “biodiversità” sono, inoltre, parti integranti del nuovo modello di sviluppo che impone il raggiungimento del nuovo sistema agro-alimentare europeo.
Questo insieme di contenuti, che dovranno essere sviluppati nell’arco temporale individuato all’Ue, è definito, più in senso lato,’architettura verde’.

Lo strumento che disciplinerà gli assetti produttivi in agricoltura per i prossimi anni darà, quindi, molto peso alle tematiche ambientali e l’architettura poggerà su tre distinte componenti: la nuova condizionalità, ovvero quell’insieme di norme e regole che le aziende agricole devono rispettare per poter accedere ai fondi comunitari, un regime ecologico che le imprese devono adottare per ricevere i pagamenti diretti e l’adozione delle misure agro-climatico-ambientali nell’ambito dei Piani di sviluppo rurale dei Paesi membri.

Al centro dell’impianto della nuova Pac c’è l’agricoltore quale custode delle risorse naturali e non solo come produttore di derrate alimentari, ma soggetto primario nella tutela dell’ambiente e del paesaggio che, in quanto di interesse pubblico, è fruibile dai cittadini. In questo contesto viene richiamata l’attenzione sulla biodiversità vegetale e animale che, assieme al concetto ‘dal produttore al consumatore’, sono il centro dell’iniziativa del Green Deal che punta ad un nuovo e migliore equilibrio fra natura e sistemi alimentari in grado di garantire ai cittadini europei alimenti sani, economicamente accessibili e a basso impatto ambientale.

L’Unione individua, inoltre, gli strumenti necessari per interrompere la perdita di biodiversità in Europa: la strategia indica come si dovranno integrare le attività economiche e la protezione degli ecosistemi e stabilisce un sistema di attuazione per il raggiungimento degli obiettivi comuni, che sono la riduzione dell’uso dei fitofarmaci e dei fertilizzanti, l’aumento della produzione biologica, oltre che la necessità di trasformare almeno il 30% della superficie terrestre e dell’ambiente marino in zone protette e di destinare il 10 % delle superfici agricole ad elementi caratteristici del paesaggio.

In tema di cibo e alimentazione infine, la Pac, in linea con l’impegno di conseguire l’obiettivo di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, intende dimezzare lo spreco alimentare lungo l’intera filiera produttiva.

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