IMOLA – A oltre tre mesi dai fenomeni alluvionali che hanno colpito il bolognese e la Romagna, Cia-Agricoltori Italiani Imola ha fatto il punto sui danni in base alle 230 segnalazioni di allagamenti, frane e smottamenti delle aziende agricole associate. Si tratta di una stima, perché è complesso quantificare i danni “indiretti” provocati, ad esempio, dall’interruzione di strade e ciclovie che hanno limitato il turismo enogastronomico.
Attualmente la superficie investita a produzioni erbacee danneggiata è di circa 1000 ettari, di 200 ettari quella coltivata a colture arboree e poco più di 230 quella a vite. In totale, dunque, solo le aziende di Cia Imola hanno visto danneggiati 1.500 ettari, ai quali vanno sommati quelli segnalati e raccolti dalle altre associazioni di categoria. Poi ci sono i danni, ancora da quantificare in maniera chiara, ai mezzi agricoli, alle infrastrutture produttive, dalle serre ai capannoni, e naturalmente alle abitazioni.
Danni che secondo Luana Tampieri andrebbero risarciti adesso con risorse subito disponibili: “Il Commissario alla ricostruzione è stato nominato ma c’è uno stallo nell’erogazione degli aiuti mentre molte aziende stanno ripristinando terreni e sostituendo i mezzi agricoli in totale autonomia. Gli agricoltori però sono in grave difficoltà, soprattutto perché arriviamo da due anni di crisi di molti settori produttivi e soprattutto della frutticoltura.
Naturalmente siamo consapevoli che sia difficile trovare i fondi e certamente il Governo è stato inizialmente tempestivo stanziando quasi 2 miliardi di euro, ma di questi niente è ancora arrivato direttamente agli agricoltori, probabilmente perché i danni generali sono molto più ingenti e quelle risorse devono coprire tante, troppe, priorità. Certo è positiva la misura a livello regionale che sembrerebbe destinare 20 milioni di euro al Piano di Sviluppo Rurale per le coltivazioni danneggiate dall’alluvione – continua Tampieri – ma verranno stanziati solo dopo la partecipazione ai bandi e a un iter di assegnazione, invece servirebbero adesso. E nel frattempo cosa faranno le nostre aziende? I sostegni dovevano arrivare “ieri”, invece le tasche delle aziende che hanno visto spazzare via i raccolti, i mezzi e le abitazioni sono ancora inesorabilmente vuote”.