Telemedicina, l’esperienza dell’Ausl di Imola - Agrimpresaonline Webzine

Telemedicina, l’esperienza dell’Ausl di Imola

Andrea-Rossi-Ausl-Imola

Alessandra Giovannini

IMOLA – C’è un progetto nazionale sulla telemedicina che, attraverso i fondi Pnrr, ha lo scopo di realizzare una piattaforma unica nazionale. L’obiettivo è quello di garantire omogeneità a livello nazionale nell’attivazione e nello sviluppo dei servizi di sanità digitale, assicurando entro il 2026 il loro pieno sviluppo. L’Azienda Usl di Imola è ovviamente coinvolta in questo processo. “E ci sono due grandi capitoli – specifica Andrea Rossi, direttore generale dell’Ausl di Imola -, quello della Telemedicina come occasione di contatto tra professionisti e tra professionisti e paziente e quello del Telemonitoraggio che permette al personale sanitario, attraverso strumenti tecnologici, di monitorare i parametri, l’andamento terapeutico e lo stato di salute dei pazienti”. 

A fianco c’è un altro grande capitolo, quello del Fascicolo sanitario elettronico, una sorta di cassetto virtuale dove andiamo a mettere tutto ciò che riguarda la nostra salute perché un domani, quando ne avremo bisogno, questo sia consultabile e non ci si debba portare con sé alcun tipo di documento. “Uno strumento – aggiunge il direttore generale – che ci permette anche di poter usufruire e di attivare una serie di servizi, dalla prenotazione delle visite, al pagamento delle prestazioni, alla revoca del medico di famiglia. Non solo archivio, dunque, ma strumento per interagire con il sistema, un’altra parte importante della Telemedicina”. È come avere, insomma, il Cup in tasca. 

“Ci stiamo muovendo – continua Rossi – all’interno di una cornice generale. Imola si è servita della Telemedicina e il grande acceleratore, come per altre realtà, è stato il Covid. Abbiamo iniziato anche a noi a fare alcune esperienze, soprattutto legate al Telemonitoraggio. Oggi teniamo sotto controllo a distanza una trentina di pazienti che sono in insufficienza respiratoria e che necessitano, quindi, di sistemi di fornitura di ossigeno. Altre esperienze, più legate al monitoraggio dei sintomi da Covid, le abbiamo riservate ad un piccolo gruppo di assistiti. Ancora, sempre in occasione del Covid, è stata sperimentata la videochiamata per la televisita. Tutto questo, però, oggi deve essere migliorato. Siamo passati, infatti, dalla fase in cui era importante fare alla fase in cui ci preoccupiamo di fare le cose bene con gli strumenti giusti, avendo anche capito che i due grandi filoni sono quello della Televisita e quello del Telemonitoraggio. Stiamo aspettando che questi strumenti siano meglio definiti a livello nazionale e regionale”. 

Possiamo prevedere i tempi? “Entro il 2023 dovrebbe perfezionarsi l’aggiudicazione ai fornitori dei sistemi operativi che dovranno far funzionare tutto. Nella primavera del 2024 dovranno entrare in funzione le Cot, le Centrali Operative Territoriali, che hanno anche il compito di gestione di alcune prestazioni di Telemedicina: potranno avviare, ad esempio, i collegamenti tra l’ospedale e il medico che sta nella Casa della Comunità. Da qui, l’avvio di tutte le altre prestazioni previste”.

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