PIACENZA – Era partito un po’ in sordina nove anni fa, grazie all’intraprendenza di una dinamica imprenditrice, Emanuela Cabrini, con otto soci e 17 ettari complessivi, valorizzando una coltura aziendale, quella dell’asparago, poco diffusa nel territorio piacentino.
Giuseppe Romagnoli
Era quindi una produzione di nicchia, ma poteva contare su un Consorzio che ha saputo valorizzarne la tipicità territoriale, attraverso un rigido Disciplinare di produzione e nel contempo incentivarne la commercializzazione con opportune sinergie con la Gdo, con trattorie e ristoranti, attraverso specifiche rassegne gastronomiche, nonché con una apposita sagra (a Pontenure) che richiama ogni anno migliaia di turisti.
Oggi a distanza di nove anni, i soci sono quindici e gli ettari investiti settanta, il che consente una presenza costante anche sui mercati della Gdo e nei supermercati, anche se si prosegue con lo “zoccolo duro”, caratterizzato dalla vendita diretta presso le aziende produttrici e le consegne presso i ristoranti, trattorie ed agriturismi della provincia, a sottolineare il forte legame con il territorio per un prodotto che, grazie all’azione del Consorzio, è divenuto in questi anni, uno dei fiori all’occhiello, seppur di nicchia, della produzione agricola piacentina.
“È stata un’annata un po’ anomala – spiega la Cabrini – la stagione è iniziata tardi, solo dopo Pasqua e poi con un clima più caldo è iniziata una produzione concentrata in due settimane, ma parallelamente è giunta sui mercati anche quella del Sud (Foggia) e si è verificata una repentina diminuzione dei prezzi. In precedenza invece, per chi poteva contare sulle produzioni con tunnel, già da metà marzo, i prezzi conseguiti sono stati buoni.
In ogni caso un prodotto come il nostro, garantito dal Consorzio, anche nei momenti di maggior ribasso, è riuscito a spuntare prezzi adeguati; è la conferma – ribadisce la Cabrini – che la Gdo (Conad, Coop ed Esselunga) riconosce quando può contare su un asparago di eccellente qualità, garantito da un Disciplinare cogente cui si attengono tutti i soci. Il valore aggiunto che veicola il nostro marchio è quello di una produzione sana, sostenibile e commercializzabile entro le 24 ore dalla raccolta. Questi elementi ci rendono distintivi rispetto ad un prodotto indifferenziato, spesso pure importato”.
Si tratta di un disciplinare di produzione approvato dalla Regione Emilia Romagna, particolarmente restrittivo che contempla adeguati controlli sulla rotazione, sulle scelte varietali migliori (ovviamente in base alle caratteristiche pedoclimatiche delle aziende), la drastica riduzione dell’azoto nei fertilizzanti, la fertiirrigazione, maggiori tempi di carenza per i prodotti contro le infestanti, puntando direttamente sul pirodiserbo, un metodo agronomico attraverso il quale, con il fuoco diffuso in modo capillare a livello del suolo, vengono bruciate, in modo del tutto naturale le erbe infestanti, senza quindi dover più utilizzare i diserbanti chimici. Nel massimo rispetto della salute del consumatore e dell’ambiente. Particolare attenzione anche alle caratteristiche del turione, ai parametri qualitativi della lavorazione (calibri ecc.) e della conservazione, prima dell’immissione sui mercati.
“Nella nostra realtà sono rappresentate – ricorda la Cabrini – aziende molto piccole insieme ad altre più dimensionate e facendo massa critica possiamo investire sull’innovazione della coltura: ci siamo dotati di macchinari che consentono la meccanizzazione di alcune fasi lavorative, riducono i costi e permettono così di ampliare la superficie dedicata a questa coltura”. Nel piacentino si sono sempre coltivati, nella fascia tra il Po e la pianura, una produzione prima abbastanza marginale, nei comuni di Besenzone, Cadeo, Calendasco, Casel San Giovanni, Castelvetro, Cortemaggiore, Gazzola, Gragnano, Monticelli, Pontenure, San Pietro in Cerro, Villanova, Rivergaro.
Gli asparagi sono ricchi di fibra e vitamine A, B1, B6, C, acido folico, amminoacidi, carotenoidi e sali minerali come calcio, fosforo e potassio; contengono poche calorie e per questo sono indicati nelle diete dimagranti. Hanno proprietà depurative e diuretiche, stimolano l’appetito riducendo il ristagno di liquidi nei tessuti, grazie alla presenza di purine.
In cucina sono perfetti anche solo bolliti e conditi con olio extravergine d’oliva, sale e limone, ma ogni territorio ha le sue ricette della tradizione e non a caso l’asparago piacentino viene valorizzato sovente anche con i salumi Dop piacentini come coppa e pancetta, arrotolata attorno agli asparagi, quindi gratinata in forno e servita con una spolverata di grana padano.
Grazie alla partnership con un’azienda di Casale Monferrato, si propongono confezioni di riso con asparagi liofilizzati per il risotto. Insomma, sono esaltati al massimo i prodotti di nicchia del territorio.