Nelle colture orticole l’aumento maggiore è dato dalle plastiche

materiali plastici

Erika Angelini

MESOLA (FE) – Quale impatto sta avendo, e avrà in primavera, l’aumento dei costi delle materie prime sulle vaste superfici di orticole coltivate a Ferrara? Risponde Elia Paganini, giovane produttore di Mesola, una delle aree del territorio più vocate per le colture orticole, che a novembre ha seminato oltre 30 ettari di carote, e i conti li conosce alla perfezione.

“Oltre agli aumenti generalizzati per carburanti ed energia che colpiscono tutti i comparti produttivi, e anche le famiglie – spiega Paganini –, per le colture orticole pesano i costi delle plastiche utilizzate per le coperture dopo la semina. Faccio un esempio pratico.

Coprire un ettaro di carote ci è costato, tra novembre e dicembre, 1.800 euro all’ettaro mentre l’anno scorso quasi 1.400 euro, quindi, il 25% circa in meno. Una differenza che, moltiplicata per 30 ettari di superficie, non è irrisoria e alla quale si aggiunge l’aumento dei concimi che sono aumentati del 20%, passando da 52 a 63 euro al quintale. E noi siamo anche “fortunati” perché i costi per le plastiche per la copertura del cocomero, che hanno caratteristiche particolari, sono più che raddoppiati.

Poi c’è il dolente capitolo dei concimi azotati, come l’Urea, che si usa, ad esempio, per le patate, aumentata, come sanno i produttori di oltre il 50%. Per fortuna la concimazione delle colture orticole nei terreni sabbiosi, è fatta prevalentemente con il nitrato ammonico, ma certo è una magra consolazione, perché molte aziende del territorio coltivano anche una percentuale di cereali per i quali l’urea non può mancare.

Non sono aumentati, o sono aumentati in maniera irrisoria, invece, il tessuto non tessuto per la protezione delle piante dalle basse temperature, le sementi e i prodotti il diserbo. Certo – conclude Paganini –, che alle incertezze date dalle malattie delle piante a quelle dei prezzi pagati all’origine, si aggiunge quella dei costi di produzione e, quindi, del reddito. E davvero, in questo contesto produttivo e di mercato non ci voleva”.

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